Sunday View

Nvidia in pericolo? Cosa sta succedendo col gigante dei chip

La strada del titolo Nvidia è tutt’altro che scontata, minacciata su più fronti e in più modi. Riuscirà il colosso dei processori a mantenere la leadership?

di Lorenzo Cleopazzo 19 Novembre 2023 09:30
financialounge -  economia Nvidia sunday view

Ha un nome, ma chi si ricorda qual è? Tutti lo abbiamo visto almeno una volta, magari abbiamo anche letto come si chiama, ma quando serve riportarlo alla memoria, non torna. Quell’effetto ottico per cui la strada di fronte a noi sembra liquefarsi sotto il sole, per cui un percorso completamente dritto si fa ora più denso, ora più rado. Una via tracciata, che però sembra giocarci qualche brutto scherzo. Noi continuiamo ad avanzare, con mezzi e velocità differenti. Sappiamo che alla fine di questo percorso c’è qualcosa che ci occorre, anche se forse non sappiamo cosa sia. Un qualcosa che non possiamo evitare, a cui dobbiamo per forza far fronte se vogliamo proseguire il nostro cammino. Qualcosa di inevitabile, come le rapide per un fiume, gli esami per uno studente, oppure come i nemici per un imperatore o i competitors per un’azienda.

Nel mezzo del percorso, la strada sembra aver smesso di liquefarsi. Di fronte a noi qualcosa che non ci aspetteremmo: un nodo. Spesso, corposo e apparentemente impossibile da sciogliere. Cosa dovremmo fare per passare oltre? Nel Sunday View di questa settimana vediamo come un grande nome del presente sta affrontando i propri problemi, e come un grande nome del passato li ha risolti.

Intanto partiamo con il pezzo. Il nodo lasciamolo lì, per ora, ché lo riprenderemo più tardi.

41 e 200


Partiamo da un dato, poi aggiungiamone un altro: nel secondo trimestre ’23, Nvidia ha raggiunto un fatturato di 41 mld, e in un anno il titolo ha registrato una crescita – quasi – del 200%. Forse potremmo anche chiuderla qui, smettere di leggere e dedicarci ad altro. O forse dovremmo continuare.

Sì, forse dovremmo, anche perché in mezzo a queste cifre monstre ci sono diversi saliscendi e molti punti di svolta, per un monopolio di fatto che – forse – rischia di essere messo in discussione. Da un lato ci sono nuove restrizioni del governo americano sull’export di microprocessori, mentre dall’altro ci sono i soliti grandi nomi che mettono il fiato sul collo. Se da una parte si corre il rischio di bloccare spedizioni per quasi 5 mld di dollari verso la Cina, dall’altra Amazon, Microsoft e Meta che non smettono di investire. Il punto di snodo è l’intelligenza artificiale: un mare magnum in cui nuotano diversi pescecani e in cui neanche i più grossi tra loro possono mostrarsi feriti o affaticati, se non vogliono essere detronizzati. Dal canto suo, il titolo Nvidia nell’ultimo mese ha conosciuto un calo che ha smosso più di qualche analista, scendendo fino a 392.50$. Cosa è successo dopo? Ha compiuto un balzo che l’ha portato oltre quota 500$. Del resto è normale, quando la partita si gioca sul campo dell’IA e tu controlli circa l’80-90% del mercato dei semiconduttori necessari.

(S)NODO GORDIANO


Cosa c’entra un carro di buoi con un impero? Se a dirlo sono gli dèi, c’entra eccome. La leggenda vuole che nell’antica Anatolia – attuale Turchia – mancasse un re ai Frigi. L’oracolo allora predisse che il primo a entrare in città alla guida di un carro trainato da buoi, sarebbe poi diventato il sovrano. Il destino indicò un contadino di nome Gordio, e il nome vi può dire qualcosa. Il buon uomo divenne così re dei Frigi, e il suo carro venne consacrato alle divinità e legato saldamente a un palo, sancendo che chiunque fosse riuscito a slegare quel nodo impossibile sarebbe poi diventato imperatore di tutta l’Asia minore. Facciamo un rapido flash-forward e arriviamo direttamente ad Alessandro Magno: bello, forte, prestante e con una fretta della miseria. Lui ci provò anche a disfare il nodo, davvero, ma siccome non ci riuscì, lo tagliò di netto con la spada. Semplice ed efficace, rapido e risolutivo. Perché, come dicevamo poco sopra, in un mondo ostile non puoi mostrarti debole. Specialmente se sei il più forte. Specialmente se hai fretta di dimostrarlo.

UBI MAIOR


Alessandro Magno aveva i persiani, coi loro archi e i loro carri; Nvidia ha i suoi competitors, coi loro investimenti e i loro brevetti. Frecce differenti in faretre più o meno metaforiche, ma il punto è che non puoi diventare il più grande senza farti qualche nemico qua e là. Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha parlato di alcuni competitors nel mondo dei processori grafici – i cosiddetti GPU – tra cui AMD, indicato come maggiore minaccia. Ma quando scegli di creare un impero, non puoi focalizzarti su un solo pezzo della cartina, anzi devi presidiare tutti i confini, soprattutto quello più caldo: perché la concorrenza nel mondo dell’IA è agguerritissima, e i vari competitors cercheranno in prima battuta di emanciparsi sempre di più dalla stessa Nvidia, sviluppando le proprie soluzioni interne.

Certi nomi, però, forti e autoritari per natura e meriti, non sono proprio i tipi da lasciarsi fermare dai problemi. Quindi okay i competitors, il veto sull’export, o il calo del valore del titolo. Okay tutto, ma Nvidia ha mostrato i muscoli, facendo capire che non c’è nodo che tenga: ubi maior, minor cessat. Almeno per ora.

BONUS TRACK


Il futuro del settore dei processori e dell’IA è legato a tanti fattori, in un nodo di complicata fattura che solo un altro imperatore potrebbe disfare. E ai piani alti degli uffici di Nvidia si augurano che questo non abbia una spada e una fretta della malora.
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