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L'outlook

Perché nel multi-asset Wellington preferisce una posizione piuttosto difensiva

Nell’outlook multi-asset per il secondo semestre 2023, Wellington Management rivela un sottopeso nell’azionario globale rispetto all’obbligazionario privilegiando Treasury USA e il reddito fisso di qualità elevata

di Leo Campagna 15 Settembre 2023 16:18
financialounge -  mercati outlook wellington management

Grazie all’eccesso di risparmio, alla tenuta dei mercati del lavoro, alla relativa insensibilità di consumatori e imprese all’aumento dei tassi d’interesse e all’esplosione dell’Intelligenza Artificiale (IA) generativa è stato possibile compensare gli effetti della politica monetaria restrittiva. Tuttavia, la recessione non sembra del tutto scongiurata ma solo ritardata. E’ la premessa da cui partono le considerazioni degli esperti di Wellington Management nel loro outlook multi-asset per il secondo semestre 2023.

VERSO UNA RIDUZIONE DEI PRESTITI BANCARI


Le banche devono destreggiarsi tra costi di finanziamento più elevati, maggiori requisiti patrimoniali e peggioramento delle condizioni di credito, soprattutto nel debole mercato degli immobili commerciali. Una dinamica che comporta una riduzione dei prestiti, l’ancora di salvezza dell’economia. Inoltre anche la liquidità tenderà a contrarsi. Il Dipartimento del Tesoro USA emetterà titoli governativi per 1.000 miliardi di dollari nell’ambito dell’accordo sul tetto del debito statunitense, con rendimenti allettanti che inevitabilmente sottrarranno asset alle riserve bancarie.

UNA POSIZIONE MULTI-ASSET PIUTTOSTO DIFENSIVA


“In questo contesto, la nostra posizione multi-asset rimane piuttosto difensiva, con un sottopeso nell’azionario globale rispetto all’obbligazionario” fanno sapere gli esperti di Wellington, secondo i quali i i mercati azionari potrebbero aver fatto il passo più lungo della gamba. La politica monetaria restrittiva ha impiegato più tempo del previsto per agire sul sistema, ma indebolirà comunque la crescita e metterà sotto pressione gli utili.

SOTTOPESO SUL MERCATO AZIONARIO STATUNITENSE


“Privilegiamo le società in grado di resistere alle pressioni inflazionistiche e quelle sul bilancio” riferiscono i manager di Wellington che poi dichiarano un sottopeso sul mercato statunitense, dove sia i rischi di ribasso per le valutazioni che le aspettative degli utili sono ancora elevati. L’Europa, dal canto suo, deve fare i conti con l’indebolimento degli indicatori anticipativi dell’attività, le prospettive poco incoraggianti circa le prossime mosse della BCE e la ripresa più debole del previsto della Cina.

SETTORE INDUSTRIALE PREFERITO A QUELLO FINANZIARIO


“A livello settoriale preferiamo l’industriale al finanziario perché l’inasprimento delle normative e dei requisiti patrimoniali avrà conseguenze sulla redditività e sulle valutazioni delle banche degli Stati Uniti. Siano neutrali sul segmento value rispetto a quello growth, anche se nel lungo termine i titoli value dovrebbero sovraperformare, in un contesto in cui l’inflazione e i tassi d’interesse saranno probabilmente più alti rispetto all’ultimo ciclo” specificano i professionisti di Wellington.

TREASURY USA E REDDITO FISSO DI ELEVATA QUALITA’


I quali ritengono che le banche centrali saranno in grado di coordinare un rallentamento dell’economia, il che giustifica una visione leggermente rialzista sull’obbligazionario difensivo. “La correzione delle valutazioni sul mercato rende i Treasury USA più interessanti dei governativi europei e giapponesi. L’ inasprimento della Fed dovrebbe favorire i titoli statunitensi a più lunga scadenza, che continuano a registrare una domanda robusta da parte di compagnie assicurative e fondi pensione. L’Europa è ancora all’inizio del processo di inasprimento e l’inflazione è più elevata rispetto agli Stati Uniti” spiegano gli esperti di Wellington, convinti che le obbligazioni difensive possano offrire un discreto rendimento, diversificazione e apprezzamento del capitale. Oltre ai titoli di Stato americani, privilegiano il reddito fisso di qualità elevata, convinti che gli spread obbligazionari growth non ricompensano ancora gli investitori per il rischio di recessione.

FOCUS SU ORO E RAME


Archiviati i recenti rischi bancari e quelli legati alle condizioni del credito, all’inflazione e alla geopolitica, è comunque opportuno non trascurare gli altri pericoli. “Alla luce del rischio di stagflazione, del peggioramento del quadro geopolitico e della de-dollarizzazione, privilegiamo gli investimenti in oro. Riteniamo inoltre che il rame svolgerà un ruolo importante nella transizione energetica, sebbene debba fare i conti con forti limitazioni dell’offerta” concludono i manager di Wellington.
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