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L’Arabia Saudita estende i tagli. Petrolio sopra 90 dollari al barile, per la prima volta nel 2023

Le quotazioni del Brent toccano livelli massimi che non si vedevano da novembre 2022, sostenute dalla notizia della proroga saudita dei tagli per un milione di barili al giorno, fino a fine anno. La decisione si somma alla decisione presa dalla Russia di tagliare 300 mila barili al giorno

di Annalisa Lospinuso 5 Settembre 2023 16:43
financialounge -  Arabia Saudita Brent OPEC petrolio Russia WTI

Vola il petrolio con il Brent sopra i 90 dollari al barile per la prima volta nel 2023, con un rialzo dell’1%. A New York, invece, il prezzo del Wti sale di oltre il 2% a quota 87 dollari al barile. A sostenere le quotazioni la notizia che l’Arabia Saudita e la Russia hanno deciso di prorogare i rispettivi tagli alla produzione fino a fine anno.

LA PROROGA SAUDITA


In particolar modo l’Arabia ha prorogato da ottobre a fine dicembre tagli per 1 milione di barili, ai quali si aggiungono i tagli per 300 mila barili della Russia. La riduzione saudita, iniziata a luglio, arriva mentre gli altri produttori Opec+ hanno concordato di estendere i precedenti tagli alla produzione fino al prossimo anno allo scopo di sostenere le quotazioni rispetto al quadro di indebolimento dell'economia.

EFFETTI NEGATIVI SULL'ECONOMIA


Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa statale saudita (Spa), citando fonti del ministero dell'Energia del Paese, la proroga varrà fino a fine anno. Riyad ha comunque deciso di riesaminare con cadenza mensile questa decisione, per l’ipotesi di modificare l’offerta. Se il trend di rialzo del petrolio si stabilizzasse si potrebbero aprire scenari poco favorevoli per l'economia globale, già fiaccata dall'inflazione e da tassi d'interesse crescenti.
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