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Banca centrale cinese taglia prime rate per arginare la crisi immobiliare, Borse provano il rimbalzo

La Pboc ha avviato misure per sostenere il settore edilizio, ma i mercati asiatici hanno reagito con vendite a tappeto. L'economia del Dragone sarà tra i temi di quest'anno del simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole, dal 24 al 26 agosto

di Annalisa Lospinuso 21 Agosto 2023 09:24
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La crisi immobiliare della Cina sarà al centro del dibattito di questa settimana a Jackson Hole, dove dal 24 al 26 agosto i banchieri centrali si riuniranno come di consueto per fare il punto sulla politica monetaria. La settimana finanziaria si apre con la banca centrale cinese che ha nuovamente abbassato i tassi di riferimento nel tentativo di evitare il rallentamento della crescita nella seconda economia più grande del mondo e stimolare l’attività. Le Borse asiatiche hanno reagito con un crollo: Hang Seng perde l’1,49% (17.641), lo Shangai Composite l’1,24% (3.092 punti), resiste soltanto il Nikkei che archivia la seduta a 31.565 punti (+0,37%). L’Europa va verso un timido tentativo di rimbalzo in avvio sulla scia della Borsa di Tokyo, dopo la terza settimana di fila di calo per gli indici del Vecchio Continente. Piazza Affari va a +1% (28.034) nella prima mezz'ora di scambi con il tentativo di recupero delle banche. Il Cac40 di Parigi sale dello 0,73% a 7.217, il Dax40 di Francoforte dello 0,42% a 15.638. Piatto il Ftse 100 (+0,14%).

LA DECISIONE DELLA PBOC


I mercati si attendevano un taglio dei tassi maggiore da parte della Banca Popolare Cinese (Pboc) e hanno reagito con vendite. Il tasso Lpr a un anno, che rappresenta il parametro di riferimento dei tassi più vantaggiosi che le banche possono offrire alle imprese e alle famiglie, è stato ridotto dal 3,55% al 3,45%. Il benchmark quinquennale per i mutui resta, invece, invariato al 4,2%, come ha annunciato la banca centrale. Il taglio del tasso Lpr è meno ampio delle attese e potrebbe riflettere la riluttanza degli istituti di credito cinesi a ridurre i loro tassi di prestito mentre si trovano ad affrontare una riduzione dei margini di profitto.

CINA E INFLAZIONE A JACKSON HOLE


La crisi dell’edilizia cinese genera preoccupazioni in tutto il mondo, in quanto si tratta di uno dei principali motori della crescita del Dragone e, per la prima volta da decenni, sarà sotto il 5%. Il settore vale circa il 30% del prodotto interno lordo cinese, ma le insolvenze di colossi delle costruzioni come Evergrande e Country Garden possono porre la parola fine al boom immobiliare del Dragone. Per ora i timori per un effetto contagio sono contenuti, ma i banchieri centrali che si riuniranno a Jackson Hole nei prossimi giorni dovranno tener conto dell’incognita di Pechino, in uno scenario già incerto a causa della lotta all’inflazione ancora in corso e di una ripresa a più livelli nel resto del mondo.

IL DISCORSO DI POWELL


Nel panorama mozzafiato del Gran Teton National Park del Wyoming i riflettori sono puntati sul presidente della Fed, Jerome Powell, che guiderà il simposio. Il titolo di quest’anno è “Structural shifts in the global economy” e si attendono dettagli su come le banche centrali intendono proseguire, dopo aver ridotto l’inflazione di due terzi rispetto allo scorso anno e di fronte a un’economia americana che continua ad espandersi. Il discorso di Powell è atteso per venerdì mattina.

BUONI I DATI DELLA GERMANIA


Intanto, dalla Germania sono arrivate indicazioni positive in ottica inflazione: a luglio i prezzi alla produzione sono scesi più delle attese sia a livello congiunturale sia su base annua (-1,1% su mese e -6% su anno). In avvio di settimana, l’euro resta sotto 1,09 dollari e passa di mano a 1,0878 (1,0877 alla chiusura di venerdì), con il prezzo del petrolio in rialzo. Il contratto consegna ottobre sul Brent sale dello 0,83% a 85,5 dollari al barile.
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