Rischi

Neanche la speculazione è più quella di una volta, come proteggersi dal fai da te

Social, app e piattaforme hanno provocato una "evoluzione della specie" per ora diffusa soprattutto in America. L’autolesionismo da improvvisati apre occasioni ghiotte per i big, come Jamie Dimon e Warren Buffett

di Virgilio Chelli 8 Maggio 2023 08:10
financialounge -  mercati Weekly Bulletin

Se da sempre la concorrenza è “l’anima del commercio”, la speculazione fa lo stesso mestiere sui mercati finanziari da quando esistono. Funziona come la legge della giungla con la differenza che ci sono delle regole e una "polizia" fatta di autorità e regolatori che le fa rispettare. Ma negli ultimi tempi è rimasta un po’ indietro e soprattutto non protegge chi ce la mette tutta per farsi male da solo. Una popolazione sempre più numerosa dall’altra parte dell’Atlantico. In America è tutto più grande che nel resto del mondo: le multinazionali, i capitali, le opportunità, ma anche le contraddizioni. Una è venuta fuori negli ultimi tempi con conseguenti turbolenze sul mercato, in USA ci sono più di 4.000 piccole banche, quasi il doppio delle 2.400 regolate dalla BCE, praticamente tutte quotate.

LE BANCHE MINORI USA SONO I NUOVI "MEME STOCK"?


Titoli ‘sottili’, che si possono far muovere al rialzo o (nel breve è più facile) al ribasso con tante scommesse da qualche migliaio di dollari. E possono scattare come abbiamo visto a marzo ‘effetti domino’ amplificati da social, app e piattaforme di trading, facendo scattare fughe di massa dai depositi e conseguenti ‘crac’. È un film già visto solo poco tempo fa con i ‘meme stock’, che all’inizio della pandemia vennero spinti al rialzo dal popolo di Reddit e simili che fece schizzare GameStop da 5 dollari a 50 per poi atterrare in area 10 dollari. Questa volta il ‘fai da te’ si è esercitato al ribasso invece che al rialzo, ma con risultati non molto diversi: cadute vertiginose e risalite altrettanto brusche in pochi giorni, qualcuno ha sicuramente guadagnato ma parecchi sono rimasti scottati, come mostra il grafico qui sotto riferito alle azioni di tre banche minori nell’ultima settimana, prese di mira dagli shortisti improvvisati che poi sono dovuti correre a ricoprirsi.


Nel grafico le violentissime oscillazioni di PacWest Bancorp, Western Alliance e Zions, piccolo istituto di Salt Lake City che capitalizza 3,5 miliardi di dollari, sopravvissuto a tutte le grandi crisi dalla fine del 1800 in poi

DIVERSA PROPENSIONE AL RISCHIO DI AMERICANI E EUROPEI


I casi di tentativi più o meno riusciti di speculazioni borsistiche al rialzo o al ribasso alimentate su social, piattaforme e app sono decisamente più frequenti e ampi in America che in Europa, per diverse ragioni. La prima è la confidenza ormai secolare dell’uomo della strada con il mercato (in quanti film americani il tassista newyorkese parla al telefono con il suo broker mentre guida?), un'altra è sicuramente la lingua, la stessa per il popolo dei social americano e una trentina diverse per quello europeo, e poi l’atteggiamento diverso sul rischio: da questa parte dell’Atlantico prevale la paura di perdere soldi, dall’altra quella di perdere il treno di facili guadagni.

GHIOTTE OCCASIONI DI GUADAGNO PER CHI LE SA COGLIERE COME DIMON E BUFFETT


L’America non è solo il paese delle bolle e delle speculazioni, dalle dot.com di un quarto di secolo fa alle banche regionali lo scorso marzo, è anche il paese dei colossi in tutti i campi, dalla tecnologia appunto alla finanza, per i quali le crisi sono occasioni di accelerazione della crescita. Il Financial Times sabato ha titolato la sua ‘lettura della settimana’ su JP Morgan, “la banca che non lascia mai andare sprecata una crisi”, con il faccione sorridente di Jamie Dimon che dal 2008 non ha perso occasioni per fare affari colossali, dall’acquisizione di Bear Stearns e Washington Mutual nella crisi finanziaria a quella recentissima della disastrata Silicon Valley Bank. Un altro che quando sente profumo di affare è quasi sempre pronto ad approfittarne è Warren Buffett, che nel quarto trimestre del 2022 ha tagliato sostanzialmente l’esposizione alle banche, come quella in Bancorp, che poche settimane dopo ha lasciato sul terreno il 40% del suo valore, per poi reinvestire rafforzando le partecipazioni ‘storiche’, come quelle in BofA e Amex.

LA PROTEZIONE DI UNA REGOLAZIONE PIU’ CAPILLARE


In Europa la speculazione è esercitata soprattutto dai professionisti del campo, come gli hedge fund e gli azionisti ‘attivisti’, le autorità sono più attente e severe, anche perché agiscono a livello nazionale con le Banche Centrali e le Consob dei vari paesi che si aggiungono ai regolatori europei, mentre il popolo dei social è frammentato e non ha la massa d’urto per innescare turbolenze sistemiche. L’altra faccia della medaglia è che in America le occasioni di fare soldi sfruttando gli errori degli altri sono più ghiotte e profittevoli, come sanno bene Dimon e Buffett.

BOTTOM LINE


La speculazione fa parte dell’ecosistema dei mercati. Con i social, le app e le piattaforme c’è stata un’evoluzione della specie, diffusa per ora in America, dove tutto succede un po’ di tempo prima che nel resto del mondo. Autorità e regolatori devono prendere le misure ai nuovi fenomeni ad attrezzarsi. L’investitore europeo gode comunque di una protezione aggiuntiva fatta di istinto di conservazione, ma il mondo cambia anche qui. Nel modellino per la misurazione della propensione al rischio è ora di aggiungere una variabile in più.
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