Cosa aspettarsi

La turbolenza macroeconomica continua, sui mercati navigazione a vista

È il momento della tattica, fatta di aggiustamenti di portafoglio agili e continui, che va lasciata a gestori esperti con le spalle larghe. Restare fedeli alle scelte strategiche di lungo termine sembra la cosa migliore

di Stefano Caratelli 27 Febbraio 2023 08:26
financialounge -  mercati Weekly Bulletin

L’aereo ha iniziato la discesa verso l’aeroporto, ma c’è un forte temporale e vento di traverso. Un normale atterraggio ‘morbido’ potrebbe diventare ‘ duro’, o magari anche peggio. Meglio restare in aria e girare in cerchio in attesa di schiarita o indicazione di andare su un altro scalo. Si ballerà un po’ ma è il male minore. Quindi per ora nessun atterraggio, né morbido né duro. È un po’ la situazione in cui si trovano economie e mercati finanziari, almeno nei Paesi Sviluppati, come mostra anche la popolarità crescente dell’espressione ‘no landing’. Ma il mestiere dei mercati è quello di anticipare i movimenti dell’economia, per cui si trovano a dover ‘aggiustare’ continuamente la direzione di volo, perdendo o prendendo quota secondo le evoluzioni di condizioni meteo decisamente variabili. Anche le banche centrali che sono alla cloche del velivolo si fanno guidare da condizioni mutevoli, in questo caso i dati macro, a cominciare da quelli sull’inflazione, mentre per gli economisti sono tempi duri.

FIDUCIA DEI CONSUMATORI ESPOSTA AGLI SCHOCK


Nel giro di un anno le previsioni di crescita del PIL degli USA sono passate dal +2,5% a vicino allo zero per poi risalire intorno ai tre quarti di punto percentuale, mentre quelle sull’Eurozona hanno oscillato ancora più violentemente passando dalla recessione al ritorno alla crescita in poche settimane.  Anche i consumatori, da cui alle fine dipendono utili e fatturati delle società quotate, sono abbastanza disorientati. Dalla profonda depressione in cui erano precipitati dopo la pandemia avevano recuperato quasi ai livelli precedenti sull’onda dei vaccini e delle riaperture, ma poi è arrivato il doppio shock, dell’inflazione prima e della guerra in Ucraina poi, che ha fatto tornare l’umore abbastanza cupo, e ora siamo in una fase di esitante recupero fatta di alti e bassi.

LA TATTICA A BREVE E’ DIVENTATA UN ESERCIZIO DIFFICILE


E gli investitori? Il loro comportamento è fatto di due componenti, la tattica e la strategia. Di solito la prima serve a mantenere la rotta in direzione degli obiettivi della seconda. Ma nella situazione attuale le scelte di breve o brevissimo periodo possono prendere direzioni divergenti da quelle di lungo. Non è un approccio praticabile da tutti. Lo possono fare i grandi money manager, che hanno le spalle abbastanza larghe e soprattutto gli strumenti per riuscire a portare a casa ritorni anche andando temporaneamente in direzione opposta rispetto agli obiettivi strategici. Per gli investitori individuali la scelta si restringe alla fine a tre opzioni: tenere le posizioni, vendere o comprare. Ma decidere da che parte stare è difficile. Nei sondaggi dell’American Association of Individual Investors nel giro di un paio di settimane i ‘Tori’ sono precipitati dal 37,5% del totale all’8 febbraio al 21,6% del 22 febbraio.

ANCHE GLI INDICATORI CONTRARIAN AIUTANO POCO


Gli indicatori contrarian come la survey dell’AAII di solito sono utili per capire da quale parte non bisogna stare, ma quando cambiano direzione così radicalmente in così poco tempo servono a poco. In un ambiente economico-finanziario in cui è difficile capire se un dato, che dovrebbe essere un fatto oggettivo, sia una buona o una cattiva notizia, azzeccare la direzione a breve del mercato non è per tutti.  La turbolenza che fa ‘ballare’ economie e mercati si chiama inflazione. La componente energia legata alla guerra sta abbassando decisamente la testa, ma quella ‘core’ ereditata dalla ripartenza post-pandemia, che esclude alimentari e appunto energia, è tenace e vischiosa e le banche centrali fanno fatica a piegarla.

BOTTOM LINE


Fino a che la turbolenza dell’inflazione non lascia aprire una schiarita meglio lasciare gli aggiustamenti tattici del giorno per giorno a un bravo gestore con le spalle larghe capace di proteggere il capitale e generare ritorni anche in condizioni avverse, e restare fedeli al proprio posizionamento strategico di lungo termine. Magari con una riserva di cash da impiegare al momento opportuno in un mondo sempre più esposto a shock esterni imprevedibili.
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