Mercati

A Wall Street nessuna recessione degli utili e fatturati in salute

Le trimestrali segnano un calo contenuto degli utili e buona tenuta dei fatturati, con un rimbalzo atteso nella seconda metà del 2023. Prezzi ancora un po’ cari e euforia diffusa potrebbero offrire punti di ingresso

di Stefano Caratelli 20 Febbraio 2023 08:35
financialounge -  mercati Wall Street Weekly Bulletin

Più di quattro su cinque delle società quotate sull’indice S&P 500 hanno ormai pubblicato le trimestrali, consuntivando finora una contrazione degli utili del 4,7% rispetto a un anno prima. È il primo segno meno dal terzo trimestre del 2020, quando il calo fu del 5,7%. Su 11 settori economici che compongono il principale indice di Wall Street, quattro hanno messo comunque a segno una crescita degli utili, energia, industriali, real estate e utility, mentre gli altri sette hanno segnato una flessione, con cali superiori al 20% per consumi discrezionali, materiali e servizi al commercio. Più di due società su tre, ben il 68%, hanno comunque battuto le attese, poco sotto la media del 73% degli ultimi 10 anni, ma lo hanno fatto in misura modesta, superando il consenso solo dell’1,3%, contro una media a 10 anni del 6,4%.

MARGINI IMPATTATI DALL’AUMENTO DEI COSTI


Alla fine, sembra un bel bicchiere mezzo pieno, considerato l’aumento dei costi determinato dall’effetto combinato di energia e materie prime più care, salari più alti e costo più elevato del finanziamento dovuto ai rialzi dei tassi della Fed, tutte voci che le imprese hanno dovuto in gran parte far assorbire dai propri margini. Ma la cosa più interessante, andando a cercare tra i dati appena usciti su Factset, sono le prospettive per i prossimi 4 trimestri, nei quali il consenso degli analisti punta a un’ulteriore contrazione degli utili solo per i primi due, con cali sostanzialmente contenuti del 5,4% e del 3,4%, mentre per la seconda metà è previsto un rimbalzo, per la precisione del 3,3% nel terzo e in accelerazione al 9,7% nel quarto. Il che fa per l’intero anno appena iniziato, a consuntivo, utili cumulati in aumento del 2,3%. Niente di stellare, ma resta difficile definirla una ‘recessione degli utili’ come pronosticato e temuto da molti. Somiglia di più a un ‘Purgatorio’, tutto sommato anche abbastanza confortevole, per un paio di trimestri.

FATTURATI IN BUONA CRESCITA IN QUASI TUTTI I SETTORI


Che le aziende quotate a Wall Street abbiano dovuto sacrificare i margini per far fronte all’aumento dei costi, è confermato dai dati dei fatturati, sempre relativi a quell’82% che finora ha pubblicato le trimestrali. Qui la situazione è molto diversa rispetto agli utili, con una crescita del 5,1% per l’intero S&P 500 e ben nove settori su undici in crescita, e solo due in calo contenuto, come mostra il grafico qui sotto.



MULTIPLI ELEVATI E EUFORIA CONSIGLIANO PRUDENZA


Il mercato ovviamente ha ‘annusato’ il tutto in anticipo ed è partito in rally a gennaio, alimentato anche dalle ricoperture delle posizioni al ribasso che si erano accumulate alla fine del 2022. E’ sostenibile a questi ritmi per il resto dell’anno? E il prezzo è quello giusto? L’azionario americano viaggia a multipli di 18 volte gli utili attesi a 12 mesi, appena sotto la media degli ultimi 5 anni di 18,5 volte ma sopra quella a 10 anni di 17,2 volte, e ovviamente ben sopra le 16,7 volte registrate al 31 dicembre dell’anno scorso. Le azioni americane non sembrano a prezzi da saldo. Sicuramente sono meno care le azioni europee, che prezzano 12,1 volte gli utili attesi a 12 mesi nonostante le Borse del vecchio continente abbiano sovra performato Wall Street nell’ultimo anno. Un altro fattore che consiglia prudenza sull’azionario USA è che a Wall Street sembra sia scattato tra i piccoli investitori l’effetto FOMA, fear of missing out, che possiamo tradurre con ‘paura di perdere il treno’.

I PICCOLI COMPRANO IN MASSA E GLI SHORTISTI ESCONO


Il Financial Times di sabato riporta che nell’ultimo mese gli investitori al dettaglio hanno investito in azioni USA oltre 1,5 miliardi di dollari al giorno, un record senza precedenti, mentre JP Morgan calcola che a gennaio abbiano rappresentato un quarto del totale degli scambi, un altro record assoluto. Piccoli investitori che corrono a comprare in massa mentre gli speculatori shortisti escono e si ‘ricoprono’ producono una miscela che può riservare qualche spiacevole sorpresa nel percorso del 2023. Quando i primi avranno fatto il pieno e le valutazioni saranno diventate ancora più care, i secondi potrebbero tornare e costringere a vendere in perdita chi era salito per ultimo in corsa sul treno del rally. In questo caso si aprirebbero punti di ingresso interessanti.  Ma per ora l’Europa sembra ancora un posto più sicuro.

BOTTOM LINE


La strada del ritorno del Toro a Wall Street potrebbe rivelarsi più accidentata di quello che sembra dopo la partenza d’anno spumeggiante, ma potrebbe anche offrire interessanti punti di ingresso, visto che lo scenario a medio termine degli utili è decisamente positivo. La strategia giusta sembra quella di restare fedeli alle scelte di lungo termine mantenendo però una scorta di cash o altri strumenti liquidi per approfittare di occasioni che nei prossimi 10 mesi potrebbero non mancare.
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