Cosa sta succedendo

I mercati tengono con Wall Street e Europa all’escalation in Ucraina

A un’ora dall’apertura i principali indici americani si muovono intorno ai livelli di chiusura di venerdì scorso, accompagnando l’Europa nel recupero dai minimi di apertura. Occhi sulle prossime mosse della Fed

di Virgilio Chelli 22 Febbraio 2022 16:34
financialounge -  mercati Russia Ucraina Wall Street

Dopo un’apertura pesante in scia all’Asia, le Borse Europee recuperano praticamente tutte le perdite, aiutate anche da una partenza intorno alla parità dei principali indici di Wall Street, che ieri era chiusa per il Presidents’ Day e non ha partecipato al calo generalizzato. Anche il prezzo del petrolio, pure in rialzo, non strappa, mentre i rendimenti dei Treasury sono stabili poco sopra l’1,9%. Sembra valere anche nel caso della crisi ucraina il vecchio detto ‘sell the rumour and buy the news’, vale a dire compra sulle aspettative e vendi sulla notizia, che vale anche alla rovescia, se il rumour anticipa una notizia negativa. In questo caso Wall Street ha accusato il colpo dell’escalation russa prima che arrivasse, prima venerdì 11 e poi il successivo 18 febbraio, ma quando è arrivata la botta era già prezzata.

IMPATTO UCRAINO SU DIVERSI FRONTI


La calma però potrebbe anche non durare, perché restano sullo sfondo oltre all’Ucraina anche i timori sulla stretta in arrivo da parte della Federal Reserve, e forse anche della Bce, un’inflazione molto più tenace del previsto e i timori per l’impatto sull’economia e anche sui conti delle aziende. L’impatto su economie e mercati della crisi ucraina ha diversi aspetti che gli investitori stanno valutando. Il primo è quello diretto, con i danni che possono arrivare al sistema degli scambi commerciali, il secondo riguarda le sanzioni e un terzo aspetto è quello relativo alla risposta che la Russia potrebbe contrapporre, in particolare sul terreno delle forniture energetiche.

FED DAVANTI ALLE CONTRADDIZIONI


Sullo sfondo le prossime mosse della Fed, che a questo punto deve fare I conti con un quadro contraddittorio. Da un lato la crisi ucraina con le sue conseguenze possibili sui prezzi dell’energia può ulteriormente alimentare un’inflazione già alta e costringere a una stretta monetaria più forte di quella prevista. Ma la tensione geopolitica può causare danni all’economia, e consigliare un atteggiamento invece più prudente sui tassi per evitare l’effetto collaterale e indesiderato di inche magari sfocia in recessione.

BIG TECH CONTRASTATI, SALE MICROSOFT


Per questo i mercati non perdono di vista le notizie che arrivano dal ‘fronte’ ucraino ma la loro principale preoccupazione resta legata alle mosse delle banche centrali, Fed e Bce. Gli investitori per ora sembrano in modalità ‘wait and see’. Dopo meno di un’ora dall’apertura di Wall Street, i principali titoli tecnologici hanno davanti il segno meno, con l’eccezione di Microsoft, i big bancari si muovono in positivo, mentre i grandi gruppi legati al ciclo economico sono contrastati o in calo. In Europa prevale il verde su tutti gli indici dopo la brutta partenza.
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