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Chi vince e chi perde con le strozzature globali post-pandemia

Morgan Stanley IM spiega l’importanza di costruire un portafoglio globale con titoli di aziende di alta qualità in grado di imporre i prezzi e sostenere ingenti investimenti alla luce della stretta attuale sulla filiera produttiva

di Virgilio Chelli 21 Dicembre 2021 11:13
financialounge -  daily news inflazione Morgan Stanley Investment Management Nathan Wong Supply chain

Dopo che la pandemia ha fatto irruzione su economie e mercati facendo collassare produzione e consumi a livello globale, oggi la domanda di beni e servizi sembra più forte che mai, al netto di eccezioni su qualche settore. Ma le imprese sono di fronte a sfide nuove, rappresentate da strozzature nelle catene di fornitura, scarsità di lavoro, materie prime e componenti, che mettono pressioni sui costi e riducono la disponibilità di beni da offrire sul mercato. Inoltre, il COVID-19 ha modificato drasticamente le tipologie di beni e servizi chiesti dai consumatori, per cui la minaccia per gli utili societari viene più dal lato dell’offerta che della domanda.

OFFERTA ALLA RINCORSA DELLA DOMANDA


Il team International Equity di Morgan Stanley Investment Management, nel Global Equity Observer titolato “La stretta sulla filiera produttiva” firmato da Nathan Wong, Executive Director, spiega come l’offerta abbia bisogno di tempo per adeguarsi a cambiamenti repentini della domanda. Ad esempio, nel settore dell’abbigliamento sportivo e dell’attività fisica, in cui i produttori sono localizzati nel Sud Est asiatico e segnatamente in Vietnam, Cambogia e Cina, l’impennata della domanda nei paesi sviluppati ha fatto raddoppiare i tempi di porti e container per raggiungere le destinazioni proprio per i tempi lunghi necessari ad adeguare la capacità.

CHI È IN GRADO DI RESISTERE E CHI RESTA INDIETRO


I lockdown e la chiusura degli stabilimenti imposti dai governi in questi paesi allungano di molto i tempi di ripresa per tornare a regime, un problema che investe molti settori e va a colpire direttamente gli utili dato l’effetto netto di una minore merce venduta. Se da un lato l’aspetto positivo è che le strozzature sul fronte dell’offerta fanno sì che i consumatori comprino non appena un prodotto è disponibile senza aspettare sconti e saldi, dall’altro quello negativo è la possibilità che la gente finisca per spendere in qualcos’altro al cambiare delle abitudini: il ritorno della normalità potrebbe non corrispondere a un ritorno alle abitudini di consumo precedenti. Wong sottolinea come le grandi multinazionali, che tendono ad essere comprese nei portafogli globali gestiti dal team di Morgan Stanley IM, dispongono della scala per superare le difficoltà e investono nelle piattaforme digitali, mentre le imprese di minori dimensioni restano inevitabilmente indietro.

UN TEST ANCHE SUI PROGRESSI ESG


Il settore degli articoli sportivi preso ad esempio, così come diversi altri, risente spesso di controversie sulla filiera produttiva. Il rischi ambientali, sociali e di governance (ESG) non mancano, pertanto l’attuale situazione può costituire un test di quanta attenzione viene riservata dalle imprese al fattore umano. Un altro campo colpito dal mancato incontro tra domanda e offerta è quello dei semiconduttori, dove la richiesta si è impennata anche per l’esplosione della ‘stay-at-home economy’, a fronte di una capacità relativamente rigida. Ad essere colpito duramente è stata anche l’industria dell’auto, a dimostrazione di quanto sia ormai pervasiva la tecnologia nell’economia globale. La carenza di semiconduttori può essere superata solo con un aumento della produzione, che però richiede tempo e investimenti ingenti, come i 100 miliardi di dollari che la fonderia taiwanese, principale produttore del settore, intende spendere nei prossimi tre anni.

RUOLO FONDAMENTALE DEL POTERE DI FISSAZIONE DEI PREZZI


In questo contesto, la capacità di imporre i prezzi diventa vitale. Il team International Equity di Morgan Stanley IM detenere all’interno dei propri portafogli globali titoli di società in grado di trasferire gli aumenti dei costi sui consumatori finali. Anche questi titoli di elevata qualità possono andare incontro a periodi di volatilità a breve termine su utili e fatturati, ma una volta passata la tempesta avranno costruito una base di redditività ancora più solida, mentre sarà destinato ad allargarsi il gap tra società di alta e bassa qualità. Per queste ultime, non avendo un simile potere, una volta cessate le difficoltà di approvvigionamento sarà difficile praticare ancora gli stessi prezzi.
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