Giochi pericolosi

GameOver per GameStop, altro crollo: -50%

Il titolo protagonista del recente rally a Wall Street, dopo il tonfo di ieri, apre in pesante perdita anche la sessione di oggi. La Borsa di New York inizia la seduta in positivo

di Fabrizio Arnhold 2 Febbraio 2021 16:05
financialounge -  borse GameStop mercati Wall Street

Wall Street apre in rialzo e prova a fare il bis dopo la seduta positiva di ieri. L’inizio positivo del mese di febbraio coincide con il repentino calo di GameStop, protagonista del recente rally grazie allo short squeeze dei piccoli investitori retail contro i grandi fondi speculativi. Oggi il titolo del più grande rivenditore di videogiochi nuovi e usati apre in caduta (-50%), dopo il tonfo di ieri (-30%).

IN SOFFERENZA ANCHE L’ARGENTO


Cala il prezzo dell’argento, dopo il picco nelle quotazioni di ieri, al centro dell’interesse dei “Reddit trader”, anche se c’è chi smentisce che sia stato al centro delle operazioni di short squeeze degli investitori retail. Ieri i prezzi del metallo prezioso hanno raggiunto i massimi dal 2013, oggi in calo del 6%, a 27,6 dollari l’oncia.

ROBINHOOD LIMITA LA TRANSAZIONI


Continua il blocco delle transazioni sul titolo di GameStop sulla piattaforma Robinhood, dopo lo stop dei giorni scorsi. La saga GameStop ha dato grande visibilità alla piattaforma di trading che ha raccolto 3,4 miliardi di dollari, compreso il miliardo annunciato la scorsa settimana, per continuare a investire “nella crescita record di clienti”. Nella sola giornata di venerdì, più di 600mila utenti hanno scaricato l’app sui propri dispositivi.

IL PIANO DI AIUTI USA


Spostandoci sul piano politico, l’attenzione degli investitori è per l’approvazione del maxi piano di aiuti bipartisan: un gruppo di senatori repubblicani ha proposto al senatore Joe Biden un piano di aiuti da 618 miliardi di dollari, circa un terzo di quello da 1.900 miliardi presentato dalla Casa Bianca. In crescita il prezzo del petrolio con il Wti in crescita del 2,39%, a 54,83 dollari al barile, spinto dai tagli alla produzione decisa dai Paesi Opec +.
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