credito
Perché nel reddito fisso l’inflazione è un problema
Per Alex McKnight (GAM Investments) l’inflazione potrebbe provocare una biforcazione del credito, con gli emittenti affidabili che potranno reperire denaro a buon mercato e tassi in aumento per quelli nei settori in crisi strutturale
1 Settembre 2020 14:09
Dopo il lockdown a livello globale di marzo e aprile sembra ora emergere la convinzione che sia impossibile chiudere tutto di nuovo e, aspetto più importante, che probabilmente non è necessario farlo. In futuro più che lockdown di un intero Paese si potranno avere dei blocchi delle attività per regioni specifiche: quarantene circoscritte, grazie agli sviluppi nei sistemi di tracciamento, soprattutto con l’avvicinarsi dell’inverno.
Mentre stiamo entrando in una fase di ripresa della crescita, occorre tenere presente che il congelamento dell’economia globale ha determinato delle modifiche strutturali di alcune realtà. Agenzie di viaggio, linee aeree, bar, ristoranti, alberghi e altri esercizi ne hanno risentito in maniera significativa. “Una ripresa a ‘V’ non significa necessariamente che ritorneremo sulla precedente traiettoria di crescita. Nella migliore delle ipotesi potremmo riuscire a cercare di recuperare quanto è stato perso per poi, col tempo, cercare di ritornare sulla traiettoria precedente”, fa sapere Alex McKnight, Investment Director di GAM Investments, alla luce del fatto che molti posti di lavoro sono svaniti per sempre e che l’economia ha accusato delle perdite che non saranno mai recuperate.
L’esperto, in particolare, concentra la propria analisi sugli effetti provocati dal nuovo contesto sul reddito fisso dove si aspetta che i tassi restino sullo zero per un periodo molto lungo. “In quest’ottica, non rileviamo attualmente possibili minacce sul fronte della duration, mentre l’inflazione potrebbe aumentare causando una fonte di preoccupazione”, rivela McKnight . L’aumento dei prezzi al consumo potrebbe determinare una biforcazione del credito, con gli emittenti affidabili che potranno reperire denaro a buon mercato e tassi in aumento, anche significativo, per quelli attivi nei settori in crisi strutturale.
La pandemia ha infatti accelerato tendenze che erano già in corso. Per esempio la crisi dei negozi si è ulteriormente accentuata con il boom delle spese online, il settore energia ha evidenziato un’accelerazione nella trasformazione ‘verde’ e le imprese ESG hanno registrato performance molto più brillanti rispetto alle aziende dell’old economy quali, solo per citarne alcune tra le più penalizzate dalla pandemia, le linee aeree e il settore petrolifero.
Un contesto nel quale emergono meno opportunità nella old economy sul fronte del credito. “Le obbligazioni societarie dell’Asia presentano alcune potenzialità più interessanti rispetto ai mercati sviluppati. In particolare, i titoli con rating BBB hanno già recuperato metà dello spread a lo stesso si può dire anche per titoli ABS, trainati dalla liquidità del mercato e dai buoni fondamentali. Le previsioni di tassi bassi offre inoltre la possibilità alle società di finanziarsi in modo più conveniente e a lungo”, conclude l’esperto di GAM Investments.
LA PANDEMIA HA DETERMINATO MODIFICHE STRUTTURALI
Mentre stiamo entrando in una fase di ripresa della crescita, occorre tenere presente che il congelamento dell’economia globale ha determinato delle modifiche strutturali di alcune realtà. Agenzie di viaggio, linee aeree, bar, ristoranti, alberghi e altri esercizi ne hanno risentito in maniera significativa. “Una ripresa a ‘V’ non significa necessariamente che ritorneremo sulla precedente traiettoria di crescita. Nella migliore delle ipotesi potremmo riuscire a cercare di recuperare quanto è stato perso per poi, col tempo, cercare di ritornare sulla traiettoria precedente”, fa sapere Alex McKnight, Investment Director di GAM Investments, alla luce del fatto che molti posti di lavoro sono svaniti per sempre e che l’economia ha accusato delle perdite che non saranno mai recuperate.
INFLAZIONE POSSIBILE FONTE DI PREOCCUPAZIONE PER IL REDDITO FISSO
L’esperto, in particolare, concentra la propria analisi sugli effetti provocati dal nuovo contesto sul reddito fisso dove si aspetta che i tassi restino sullo zero per un periodo molto lungo. “In quest’ottica, non rileviamo attualmente possibili minacce sul fronte della duration, mentre l’inflazione potrebbe aumentare causando una fonte di preoccupazione”, rivela McKnight . L’aumento dei prezzi al consumo potrebbe determinare una biforcazione del credito, con gli emittenti affidabili che potranno reperire denaro a buon mercato e tassi in aumento, anche significativo, per quelli attivi nei settori in crisi strutturale.
IMPRESE ESG MEGLIO DI QUELLE OLD ECONOMY
La pandemia ha infatti accelerato tendenze che erano già in corso. Per esempio la crisi dei negozi si è ulteriormente accentuata con il boom delle spese online, il settore energia ha evidenziato un’accelerazione nella trasformazione ‘verde’ e le imprese ESG hanno registrato performance molto più brillanti rispetto alle aziende dell’old economy quali, solo per citarne alcune tra le più penalizzate dalla pandemia, le linee aeree e il settore petrolifero.
POTENZIALITÀ INTERESSANTI NEI CORPORATE BOND ASIA
Un contesto nel quale emergono meno opportunità nella old economy sul fronte del credito. “Le obbligazioni societarie dell’Asia presentano alcune potenzialità più interessanti rispetto ai mercati sviluppati. In particolare, i titoli con rating BBB hanno già recuperato metà dello spread a lo stesso si può dire anche per titoli ABS, trainati dalla liquidità del mercato e dai buoni fondamentali. Le previsioni di tassi bassi offre inoltre la possibilità alle società di finanziarsi in modo più conveniente e a lungo”, conclude l’esperto di GAM Investments.