Tempi rapidi?

Attese e mercati, l’Europa punta tutto sul Recovery Fund

Le ottime ragioni che sostengono il rally di Wall Street . Il ruolo poco noto del resto dell’economia globale che aiuta il fatturato dello S&P 500. Intanto l’Europa si gioca un passaggio decisivo verso il Recovery Fund

di Virgilio Chelli 13 Luglio 2020 09:41
financialounge -  cina recovery fund ripresa economica Wall Street

TUTTI I PERCHÉ DEL RALLY DI WALL STREET


Nonostante gli allarmi sull’ondata di ritorno dei contagi che fanno temere sulla tenuta della riapertura delle economie, Wall Street continua imperterrita la sua navigazione verso il recupero, ormai quasi ottenuto, dei livelli pre-COVID, mentre il Nasdaq non si stanca di infilare un record storico dietro l’altro. Ma ci sono molte buone ragioni a sostegno della tenuta del mercato. Gli esperti ne segnalano almeno tre: il supporto fiscale e monetario praticamente illimitato fornito da Fed e Amministazione, il resto del mondo in decisa uscita dall’emergenza virus, e le attese positive sullo sviluppo di un vaccino o comunque di una cura anti-Covid. Di questi tre fattori il meno riconosciuto è il lavoro che il globo sta facendo a favore di Wall Street, visto che il 40% dei ricavi delle 500 società che compongono l’indice S&P sono originati fuori dagli Stati Uniti (Fonte: Factset). Più il resto del modo riesce a gestire con successo l’uscita delle crisi da virus, più al sicuro sono le entrate delle società i cui titoli sono quotati sulla Borsa di New York. E infatti uno dei driver più importanti del recupero dell’azionario americano sono le aspettative sugli utili. In un recente report gli strategist di Morgan Stanley parlano di un potenziale boom degli utili all’orizzonte citando i tagli aggressivi ai costi e un allentamento delle tensioni sul mercato del lavoro dovuti entrambi proprio al lockdown.


L’ECONOMIA GLOBALE HA RICOMINCIATO A GIRARE, A PARTIRE DALLA CINA


Fuori dall’America, nel resto del mondo i dati sembrano puntare a un deciso recupero, a partire dalla Cina. Nell’Eurozona le vendite al dettaglio stanno rimbalzando in modo consistente, come gli ordini all’industria in Germania. A giugno l’indice IHS Markit composito dell’Eurozona, vale a dire comprensivo sia di manifattura che di servizi, è rimbalzato per il secondo mese consecutivo a 48,5, da 31,9, di maggio, portandosi in vista del territorio espansione. Ma è soprattutto dalla Cina che arrivano i dati più promettenti, come quelli sulle vendite di auto che hanno segnato una ‘V’ vertiginosa, come mostra il grafico qui sotto.

[caption id="attachment_162398" align="alignnone" width="450"]Il rimbalzo violento delle vendite di auto in Cina (dati mensili) Il rimbalzo violento delle vendite di auto in Cina (dati mensili)[/caption]

Anche in Giappone gli indici che misurano l’attività economica si stanno avvicinando al territorio espansione a lunghe falcate, con gli ordini per macchinari balzati di quasi il 20% a giugno sostenuti dalla domanda estera, anche in questo caso sostenuta dalla Cina. Perfino dalla malconcia economia britannica arrivano segnali positivi, con l’indice di attività dei servizi che a giugno è balzato a 47,1 da 29,0 di maggio con il sottoindice delle costruzioni che si è riportato in territorio espansione a 55,3 da 28,9 di maggio.


EUROPA VERSO IL RECOVERY FUND, ATTESA UNA SPINTA DALLA BCE


Per il Recovery Fund si avvicina la data fatidica del 17-18 luglio, quando i leader europei dovranno cominciare a mettere giù i dettagli dello strumento inventato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen su cui la Cancelliera Angela Merkel si sta giocando la reputazione costruita in 15 anni alla guida del principale azionista del’Unione. Da quando l’asse Parigi-Berlino ha lanciato la prima idea del Fondo da 750 mld, i bond dei paesi del Sud Europa sono andati in rally, a partire dai BTP italiani. Le principali differenze che Merkel dovrà smussare riguarda la natura del nuovo strumento finanziario per sostenere la ripartenza post-virus, se debba essere fatto principalmente di prestiti o di investimenti a fondo perduto. Ormai il percorso verso il Recovery Fund è stato battezzato il ‘momento di Hamilton’ europeo, con riferimento al segretario al Tesoro americano che negli anni 90 del 1700 costruì l’intesa per far assumere al governo federale i debiti dei singoli Stati finanziandoli con la vendita di Bond del Tesoro, i famosi T-Bond. Una spinta al Recovery Fund potrebbe arrivare già giovedì 16 dalla riunione della Bce, che sicuramente non farà mancare parole di supporto e incoraggiamento al varo rapido del Fondo, che potrebbe far diventare l’UE un grande emittente di debito internazionale paragonabile al Tesoro degli Stati Uniti.

 
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