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No, il petrolio non vale zero quindi la benzina non è gratis

Il crollo lampo dei contratti future del petrolio Wti consentirà di fare il pieno con pochi centesimi? Ecco perché non può succedere

di Antonio Cardarelli 21 Aprile 2020 11:42
financialounge -  benzina Brent petrolio WTI

“Prezzo del petrolio sottozero”. “Il costo del barile di petrolio crolla”. Di fronte a titoli del genere, comparsi nella serata di ieri sulla maggior parte dei siti di informazione italiani e internazionali, la reazione di molti è stata duplice. Dopo lo smarrimento iniziale (“sta crollando l’economia mondiale!”) è subentrata pian piano una speranza: il pieno di carburante costerà pochi centesimi!

ANDAMENTO DEL PETROLIO


Le cose, in realtà, non stanno proprio così. Ma prima di capire perché non potremo andare dal benzinaio di fiducia a goderci l’offerta “cappuccino, brioche e pieno in omaggio”, cerchiamo di capire cosa è successo ieri al petrolio sui mercati.

COSA È SUCCESSO SUI MERCATI


Riassumendo (qui una spiegazione più dettagliata collegata alle reazioni dei mercati finanziari) è vero che il petrolio Wti (West Texas Intermediate) è sceso sotto lo zero per la prima volta nella storia, ma dietro ci sono essenzialmente fattori tecnici. A finire sottozero sono stati solamente i futures (contratti che impegnano ad acquistare un bene in una data stabilita a un prezzo pre-determinato) per le consegne di maggio, ovvero quelli a brevissima scadenza. La domanda in calo per colpa del coronavirus, insomma, c’entra poco, come dimostrano i futures di giugno e novembre del Wti, che vedono il prezzo del barile rispettivamente in un range compreso tra 11 e 22 dollari e di poco inferiore ai 30 dollari.

IL NOSTRO RIFERIMENTO È IL BRENT


Ma l’agognato pieno a zero euro rimane una chimera non solo perché il crollo dei futures del petrolio è durato una manciata di ore. Il prezzo di riferimento per determinare il costo finale del carburante in Italia, come in tutto il mondo ad esclusione degli Usa, è dato non dal Wti ma dal petrolio Brent, quello che si estrae nel Mare del Nord. E il petrolio Brent non ha subito il tracollo-lampo del cugino americano, rimanendo intorno ai 25 dollari al barile.

LE TASSE NON CALANO


L’altro ostacolo che allontana il consumatore italiano dal pieno a zero euro si chiama tasse. Circa il 65% del costo complessivo di un litro di benzina, infatti, è dovuto alla tassazione. Accise (tasse indirette) e IVA (tasse dirette) pesano sul prezzo finale pagato alla pompa di benzina e, soprattutto, non dipendono dall’andamento del mercato petrolifero. Anche con il Brent a zero euro, insomma, la benzina avrebbe un costo determinato dalle tasse.

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MERCATO EUROPEO PIÙ RIGIDO


Infine, altro elemento da tenere in considerazione, a differenza del mercato americano, dove l’effetto domanda/offerta sul prezzo è più immediato, in Europa esiste una regolamentazione più rigida. In sostanza, il calo del barile sul mercato si trasmette con più lentezza al prezzo finale del litro di benzina o gasolio. Insomma, il pieno di benzina non sarà gratis. E a pensarci bene, con o senza il pieno la nostra auto, per ora, deve comunque restare in garage.
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