BCE

Le turbolenze non fanno cambiare rotta alla BCE

Confermata la fine del Quantitative Easing a dicembre, ma continuerà a reinvestire man mano che i titoli comprati sinora andranno a scadenza, sono circa 200 mld nel 2019. Draghi fiducioso su un accordo tra Italia e Bruxelles.

25 Ottobre 2018 15:17
financialounge -  BCE manovra Mario Draghi tassi di interesse https://www.flickr.com/photos/europeancentralbank/44636753335/

Le turbolenze di mercato e il braccio di ferro tra Italia e Bruxelles sulla manovra non fanno cambiare rotta alla BCE che dopo la riunione di oggi conferma la road map tracciata finora per l’uscita dal Quantitative Easing: fine degli acquisti di titoli, già ridotti a 15 mld al mese, dopo il 31 dicembre, tassi fermi e reinvestimento comunque degli importi che verranno incassati man mano che i titoli accumulate sinora verranno a scadenza.

PERSONALMENTE FIDUCIOSO IN UN ACCORDO


Parlando dopo la riunione Mario Draghi ha definito bilancia del rischio in equilibrio, nonostante le turbolenze di mercato, con l’economia europea che continua a crescere sostenuta dagli investimenti delle imprese a loro volta alimentati dagli utili societari. Ma questo trend continua ad avere bisogno di un ampio grado di accomodamento monetario. In ogni caso l’economia europea sta attraversando una fase di debolezza, ma non un’inversione del trend di crescita. Parlando dell’Italia Draghi ha aggiunto di credere ‘personalmente’ che un accordo con la UE sulla manovra verrà trovato.

NIENTE QUANTITATIVE TIGHTENING


In atre parole, niente Quantitative Tightening, come sta sta invece facendo la Fed americana, che non riacquista i titoli a scadenza drenando di fatto in questo modo liquidità dal mercato. Per quanto tempo la BCE andrà avanti a reinvestire? La risposta del comunicato rilasciato dopo il board è “per un period di tempo prolungato dopo la fine degli acquisti, e in ogni caso per tutto il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

REINVESTIMENTO PER 200 MLD NEL 2019


Non si tratta di importi di poco conto. Stime di mercato indicano in circa 200 mld gli acquisti necessari per rifinanziare le posizioni in scadenza nell’arco del 2019. Si tratta di poco meno di due terzi dei 360 mld di acquisti del QE a regime da 30 mld al mese, poi ridotti a 15 nell’ultimo trimestre del 2018. I tassi di interesse invece, anche qui a differenza della Fed, resteranno fermi al meno fino a dopo l’estate del 2019, quando tra l’altro scadrà il mandato di Mario Draghi, “per tutto il tempo necessario ad assicurare una costante convergenza dell’inflazione verso il livello di poco sotto il 2% nel medio termine”.
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