Federal Reserve

Wall Street digerisce la normalità della Fed

La Fed di Jay Powell sta mostrando di saper portare i mercati per mano e si avvia al nuovo rialzo di giugno senza nervosismi. Apprezza anche il mercato dei T-Bond, con il decennale tornato sotto il 3%.

29 Maggio 2018 07:50
financialounge -  Federal Reserve inflazione Jerome Powell Morning News T-bond tassi di interesse

A inizio anno la turbolenza si era scatenata per il timore di strappi bruschi nel cammino verso la normalità monetaria. Ma i mesi successivi hanno tranquillizzato e ci si avvicina senza nervosismo al FOMC del 12-13 giugno, quando arriverà un altro quartino che porterà i tassi al 2%, perfettamente in linea con l’inflazione che ha ormai raggiunto il target. Le prossime mosse, almeno un’altra nel 2018, porteranno i tassi reali in territorio positivo, per raggiungere il livello del 3-3,25% nel giro di un anno e mezzo, vale a dire per fine 2019.

INFLAZIONE SOTTO CONTROLLO


È interessante notare che di fronte alla marcia tranquilla della Fed il T-bond a 10 anni reagisce con un rientro dalla soglia del 3% che aveva sfondato nelle scorse settimane, senza peraltro turbare Wall Street. La Fed sta trasmettendo al mercato la certezza che terrà l’inflazione sotto controllo, anche se magari la lascerà andare per un po’ anche oltre il target, e il mercato prezza questa certezza tenendo contenuto il livello dei tassi a lungo termine, che incorporano le attese di inflazione. Salgono invece i rendimenti sulle scadenze a due anni, perché anticipano il movimento dei tassi a breve. A fine ciclo dovremmo arrivare con una curva appiattita, ma non ancora invertita. E con la prossima recessione più lontana all’orizzonte.

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UNA STRETTA ACCOLTA BENE


Un’inflazione che viaggia per qualche mese sopra, ma non troppo, l’obiettivo del 2% potrebbe addirittura essere utile ad ancorare le aspettative a lungo termine all’obiettivo stesso. Le previsioni allarmate ai tempi dell’uscita di Bernanke dal quantitative easing, che avrebbe dovuto abbattere il toro a Wall Street, si sono rivelate del tutto infondate. Non solo la Fed è andata avanti, con la deplorevole pausa ‘elettorale’ di Janet Yellen nel 2016, ad alzare gradualmente i tassi, ma ha anche cominciato a restituire al mercato parte dei miliardi di titoli comprati negli anni del QE. Da settembre a oggi ha ridotto i bond detenuti per 100 miliardi di dollari, drenando di fatto liquidità. Nello stesso arco di tempo lo S&P 500 ha guadagnato il 10% e il Nasdaq il 15%.

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LA MEMORIA DEI TORI


Se l’obiettivo della Fed è un costo del denaro al 3-3,25% a fine ciclo, si tratta di un livello relativamente molto alto misurato sull’arco dell’ultimo decennio. Ma in termini storici è un livello decisamente accomodante. E i tori di Wall Street, che hanno una memoria da elefante, apprezzano.
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