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Brexit, l’accordo di transizione non basta a rilanciare le azioni UK

Il nuovo accordo di transizione sulla Brexit rimuove alcune incertezze, ma BlackRock vede molti fattori frenare l’azionario del Regno Unito e preferisce altri mercati.

28 Marzo 2018 14:29
financialounge -  azioni BlackRock Brexit mercati azionari Regno Unito Richard Turnill sterlina

Sembra non esserci proprio nessuna notizia in grado di dare sollievo al mercato azionario del Regno Unito che ha avuto un cattivo inizio nel 2018: l’indice Ftse 100 di Londra segna infatti un -10,4% (dal primo gennaio al 26 marzo) contro il -6,7% dell’indice Stoxx 600 dell’azionario Europa. “La Borsa di Londra ha registrato performance inferiori ai mercati globali per gran parte di questo decennio, con il divario che si è ampliato dopo il voto sulla Brexit del giugno 2016. Il nuovo accordo di transizione tra il Regno Unito e l'Unione europea elimina alcune incertezze in merito alla Brexit, ma a nostro avviso non fornisce alcun valido sollievo per gli stock del Regno Unito” fa sapere Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist nel suo commento settimanale ai mercati dal titolo ‘No relief for UK stocks’.

PROFITTI AZIENDALI FRENATI DALLA STERLINA


Analizzando l’andamento dell’azionario del Regno Unito, si deve ricordare che la sterlina britannica ha riacquistato forza nell'ultimo anno, finendo per pesare sui profitti internazionali delle società quotate nel Regno Unito. “La composizione del mercato azionario del Regno Unito è un'altra ragione che spiega il suo recente ritardo rispetto agli altri mercati azionari” puntualizza Richard Turnill che poi aggiunge: “Gli indici large cap britannici evidenziano un peso relativamente elevato nei settori che hanno sottoperformato lo scorso anno, come i beni di prima necessità e l'energia”.

LA TECNOLOGIA PESA POCO SULL’INDICE


Inoltre, il settore tecnologico del Regno Unito (che invece ha un peso specifico ridotto) ha ostacolato le perfomance relative rispetto agli indici principali o globali che, al contrario, offrono forti esposizioni alla tecnologia”. In ogni caso, secondo Richard Turnill , le incertezze legate alla Brexit sono parte della ragione per le performance azionarie relativamente scarse del Regno Unito. La crescita è rimasta inferiore a quella dei competitor più importanti nell'ultimo anno. La debolezza dei consumatori nel quarto trimestre 2017 ha inoltre contribuito a tagliare i profitti aziendali. Inoltre il settore finanziario, che è uno dei più importanti nell’indice di Londra, è estremamente sensibile alle questioni legate alla Brexit, considerato il potenziale di accesso ridotto all'UE.

L’ACCORDO CON LA UE FINO AL 2020


“L'accordo di transizione condizionale raggiunto tra Regno Unito e UE la scorsa settimana, per un periodo di transizione di 21 mesi, a nostro avviso riduce significativamente il rischio di un'uscita disordinata del Regno Unito dall'UE l'anno prossimo” ammette Richard Turnill che, tuttavia, cita l’indicatore GPS BlackRock Growth che evidenzia la difficoltà da parte del Regno Unito ad agganciare la crescita globale con il risultato che la ripresa in atto nel paese è la più debole del G7. Sembra improbabile che il recente accordo possa essere un catalizzatore per una ripresa nel mercato azionario del Regno Unito. Lo stato finale delle relazioni tra Regno Unito e UE è molto incerto, con un potenziale rischio alla fine del 2020.

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ASPETTATIVE TROPPO OTTIMISTICHE


“La speranza che il Regno Unito possa ricevere un accordo su misura da parte dell'UE appare eccessivamente ottimista, ma ci aspettiamo che entrambe le parti ammorbidiscano le posizioni al momento della scadenza del negoziato” sostiene Richard Turnill che non esclude una rivalutazione della sterlina che, tuttavia, richiederebbe che la crescita del Regno Unito raggiunga quella delle altre principali economie.

PERFORMANCE GUIDATE DAI PROFITTI


“Ipotizziamo una crescita degli utili nel Regno Unito in linea con quella degli altri mercati globali e siamo persuasi che le performance saranno guidate da profitti piuttosto che dalle valutazioni. Nel Regno Unito, preferiamo le società in cui prevediamo una forte crescita degli utili, in particolare quelli provenienti dall’esposizione verso gli Stati Uniti e mercati emergenti” conclude Richard Turnill.
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