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Azionario Cina, più dividendi delle A-share favorirebbero la redditività

Il peso della A-share nell’MSCI Emerging Markets, azionario Cina, dovrebbe aumentare dal 2,5% al 20% entro il 2022: un aumento del RoE le renderebbe ancora più appetibili.

19 Dicembre 2017 10:03
financialounge -  A-share cina Gita Ramakrishnan mercati azionari MSCI China Pictet RoE

Da inizio anno al 14 dicembre scorso l’MSCI China, il paniere che misura l’andamento del mercato azionario Cina, aveva registrato una performance del +48,13% in dollari USD: un rendimento nettamente superiore sia all’indice generale dei mercati emergenti (MSCI Emerging markets: +30,03%) e sia agli indici MSCI India (+31,17%) e all’MSCI Korea (+42,54%).

La decisione di MSCI di inserire gradualmente nel tempo le azioni A-shares nell’indice azionario Cina ha giovato al mercato fornendo un ulteriore supporto alle quotazioni. Tuttavia, in vista del 2018 sono in molti a chiedersi se questa corsa dell’indice MSCI China sia destinata a rallentare o, addirittura, ad arrestarsi nei prossimi mesi.

Secondo Gita Ramakrishnan, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, gli investitori dovrebbero sperare nel buon esito dell’operazione promossa dalle autorità cinesi finalizzata al sostegno delle aziende statali con lo scopo di incrementarne i dividendi, il che dovrebbe poi tradursi in un aumento del RoE (return on equity) delle società.

“Secondo le nostre stime, un incremento della distribuzione dei dividendi delle A-share del 5% favorirebbe un rialzo del RoE di almeno il 10%. Entro il 2024, il RoE dovrebbe attestarsi a circa il 13,7% a fronte di un tasso di distribuzione degli utili più elevato, contro il 12,7% circa in caso di un rapporto dividendo/utile invariato” spiega Gita Ramakrishnan.

Una rigorosa distribuzione dei dividendi dovrebbe infatti agevolare un rialzo del RoE in due modi. Innanzitutto, la quota di liquidità inutilizzata nei bilanci aziendali diminuirebbe. Inoltre, si ridurrebbe la tendenza del management ad investire senza solide prospettive.

“Si tratta di società (A-share) quotate sulla borsa di Shanghai interessanti per gli investitori: i rendimenti medi delle principali A-share sono in linea o superiori a quelli delle concorrenti dei Paesi avanzati e di altri mercati emergenti. Qualunque riforma a favore del RoE getterebbe le basi per una solida sovraperformance dei titoli cinesi” specifica Gita Ramakrishnan.

Il tutto senza trascurare i fatto che le azioni cinesi stanno diventando una componente sempre più significativa dei portafogli degli investitori. Per esempio il peso ponderato delle A-share nell’MSCI Emerging Markets, uno dei principali indici di riferimento, dovrebbe aumentare dal 2,5% attuale al 5% entro il 2019 e al 20% entro il 2022.
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