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News & Views – 02 ottobre 2017

Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.

2 Ottobre 2017 10:06
financialounge -  donald Trump Hillary Clinton News & Views politica fiscale USA Wall Street

Riflettori su Casa Bianca e Congresso
Il fattore da tenere sott’occhio questa settimana è sicuramente la riforma fiscale che l’amministrazione Trump sta portando avanti, che ha implicazioni molto importanti per l’economia americana e per Wall Street. Intanto è il test fondamentale per The Donald e per i repubblicani. Per ora il livello di armonia è sicuramente superiore a quello che ha portato al flop sullo smantellamento dell’Obamacare. Dalla riforma può arrivare una spinta agli utili societari, una spinta all’economia in generale, e una bella spinta anche al debito pubblico, almeno nell’immediato, che di recente ha sfondato il muro dei 20.000 miliardi di dollari. Il che vuol dire tendenzialmente tassi più alti chiesti dagli investitori per comprare i titoli del Tesoro USA. Di tassi, inflazione e Quantitative Tightening potrebbe parlare mercoledì Janet Yellen, sempre più con le valige in mano e sempre meno ascoltata dagli investitori che si interrogano sul nome del suo successore. Non mancano i dati macro, sempre americani. In settimana arrivano gli indici ISM su attività manifatturiera e servizi, le vendite di auto, ma soprattutto venerdì quelli sull’occupazione a settembre, che potrebbero però essere distorti dagli effetti degli uragani in Texas e Florida. Quindi attenzione soprattutto al ‘Trump trade’ che potrebbe ripartire.

Le ricette improvvisate dei catastrofisti
Si avvicina il trentesimo anniversario del crash dell’ottobre 1987, quando tra venerdì 16 e lunedì 19 andò in fumo più o meno un quarto di capitalizzazione del Dow Jones con onde d’urto paurose su tutti i mercati del mondo. E ovviamente le cassandre si scatenano, dopo tutto il mercato non fa che salire da quasi un anno, sull’onda lunga di un Toro che continua ad andare avanti ormai da quasi 10 anni. Quindi tutti alla ricerca della ricetta infallibile per fare soldi quando il mercato crolla, andando a rivedere come si è comportato 30 anni fa chi quel crash lo aveva più o meno previsto. Non resiste alla tentazione neanche l’Intelligent Investor del WSJ, al secolo Jason Zweig, che ricorda come l’allora giovanotto James O’Shaughnessy avesse ammassato una gran quantità di put su Wall Street, ma quando il mercato andò giù di oltre 100 punti venerdì non se la sentì di affrontare il weekend e vendette tutto. Portando a casa un bel guadagno, ma poca roba rispetto a quello che avrebbe incassato se avesse aspettato lunedì. La conclusione di Zweig è che per profittare di un crash non bisogna tanto mettersi al ribasso con i derivati cercando di indovinare il momento, ma stare seduti su una montagna di cash, pronti a comprare a man bassa quando viene giù il soffitto. Il problema di questa ricetta è che stare seduti su una montagna di cash, vuol dire non aver investito nei mesi o negli anni precedenti. E magari si è perso un treno come quello partito il 9 marzo del 2009, quando l’S&P 500 toccò il minimo satanico di 666 e che oggi sta viaggiando oltre quota 2.500. E non ha ancora deragliato.

La politica è come il dentifricio
Un anno fa di questi tempi fioccavano le previsioni di un clamoroso flop di Donald Trump alle presidenziali che ci sarebbero state tra un mese. Un anno dopo Gillian Tett racconta sul FT come ha funzionato una delle armi che hanno aiutato The Donald a compiere l’impresa. Si chiama Cambridge Analytica, ed è stato il principale consulente della campagna repubblicana in materia di sondaggi, ma con una novità rispetto all’approccio tradizionale. Invece di classificare i campioni in base all’orientamento politico, li ha classificati in base al comportamento come consumatori, e solo in un secondo tempo è andata a collegare le preferenze di spesa con quelle politiche. In pratica la politica è stata considerata come un semplice tassello di un’identità sociale complessa, all’interno della quale va inquadrata per capire quale è l’offerta politica più appropriata da proporre. Il contrario di quello che ha fatto Hillary Clinton che si è rivolta a un gruppo di specialisti della Silicon Valley per guadagnare un imbattibile vantaggio digitale sui social, basandosi però sulla vecchia classificazione delle preferenze politiche. In pratica la Clinton ha cercato il consenso vendendo politica, Trump ha cercato di convincere la gente a cambiare dentifricio. Vecchio marketing da anni '60? Forse, ma sembra che funzioni ancora benissimo.
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