commercio globale

Commercio globale, i rischi negativi potrebbero superare quelli positivi

La maggiore crescita economica europea non dovrebbe riuscire, da sola, a compensare il rallentamento atteso per i prossimi trimestri per Cina, Stati Uniti e Giappone.

8 Agosto 2017 09:28
financialounge -  commercio globale Craig Botham crescita economica Europa giappone Schroders USA

Guardando l’insieme delle componenti in gioco sembrerebbe che sul futuro del commercio globale i rischi negativi possano superare quelli positivi.

“Prevediamo che lo slancio della crescita dovrebbe indebolirsi in Giappone, negli Stati Uniti e in Cina mentre sembra improbabile che l’Europa possa da sola compensare completamente tale andamento” fa sapere Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, secondo il quale, inoltre, altri elementi di supporto, come gli effetti dei prezzi delle materie prime e il ciclo tecnologico, dovrebbero ridursi.

L’economista, in pratica, pur non ravvisando segnali di un collasso drammatico, ritiene che il momentum positivo del commercio globale abbia raggiunto il suo picco. L’analisi di Craig Botham parte dalla constatazione che la crescita globale è diventata più trade intensive, sebbene il moltiplicatore commerciale rimanga su livelli molto bassi se comparati ai livelli pre-crisi.

“Potrebbe trattarsi di un fattore molto positivo per i Mercati Emergenti se fosse sostenibile, dato che indicherebbe un nuovo ciclo di globalizzazione: un’ulteriore integrazione con le catene di produzione e distribuzioni globali, che sosterrebbe gli utili da investimenti e esportazioni” puntualizza l’economista, per il quale, però, nel caso in cui si trattasse di una ripetizione delle oscillazioni cicliche evidenti nel moltiplicatore nel periodo considerato, sarebbe un miglioramento meno utile.

“Non è un segreto che la Cina abbia utilizzato delle misure di stimolo fino a poco tempo fa e che gli effetti siano stati di sostegno per la domanda e per i prezzi globali delle materie prime” ricorda poi Craig Botham secondo il quale, se davvero si dovessero ringraziare gli stimoli cinesi per la maggior forza del commercio globale, il miglioramento del moltiplicatore del commercio sembrerebbe più un rialzo legato al ciclo che un cambiamento strutturale. In ogni caso, sebbene il commercio cinese abbia sorpreso al rialzo, è evidente un trend di rallentamento.

Anche il Giappone, nonostante la sua forte domanda, ha mostrato segni di un cambio di tendenza. Perché il commercio globale continui ad essere supportato, è necessario pertanto che si sviluppino altre fonti di domanda.

“Secondo le nostre previsioni, con gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone che vanno verso una crescita minore nel terzo e quarto trimestre rispetto al secondo, l’Europa è la fonte più probabile di un aumento della domanda. Tuttavia, la domanda europea sembra finora aver avvantaggiato maggiormente l’area CEEMEA e i mercati emergenti dell’Asia ex China rispetto alle altre aree” specifica Craig Botham, secondo il quale sembrerebbe che una crescita del commercio guidata dall’Europa possa avvantaggiare un gruppo di paesi diverso e più piccolo rispetto a quando a guidare la domanda era la Cina. “L’America Latina e gli Stati Uniti probabilmente ne saranno danneggiati, mentre il Giappone ne potrebbe beneficiare” conclude l’economista.
Share:
Trending