donald Trump

News & Views – 10 luglio 2017

Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.

10 Luglio 2017 09:43
financialounge -  donald Trump Federal Reserve Janet Yellen Joseph Ratzinger Karol Wojtyła News & Views

Janet agli esami del Congresso
La settimana che inizia oggi per i mercati si gioca tra mercoledì e venerdì, almeno per quanto riguarda gli eventi in calendario. Il 12 infatti la capa della Fed Janet Yellen inizia la sua audizione semestrale davanti al Congresso, prima alla commissione Finanze della Camera, e giovedì al Senato. Durante la settimana inoltre parlano altri membri del FOMC, e l’attenzione sarà per qualunque segnale che confermi un altro rialzo in arrivo dopo l’estate. Ovviamente in materia di tassi sono importanti anche i dati sull’inflazione americana. Qui si comincia giovedì con i prezzi alla produzione e si finisce venerdì con i prezzi al consumo e le vendite al dettaglio. Al centro dell’attenzione il dollaro. Nell’ultima settimana ha recuperato sull’euro riportandosi sotto 1,14, ma ogni segnale di inflazione debole può impattarlo. L’altro osservato speciale è il petrolio, che ha chiuso la settimana passata con un tonfo di quasi il 4%. Qui il dato da guardare è quello delle scorte USA, che esce mercoledì 12.

Trump come Wojtyła e Ratzinger?
Il paragone può sembrare azzardato e a qualcuno addirittura blasfemo, ma lo troviamo in un editoriale del Wall Street Journal di venerdì scorso. La column oltretutto non è firmata, quindi non si tratta di uno stravagante contributo esterno, ma del punto di vista ufficiale del giornale. L’articolo parte dal discorso del Presidente in Polonia, dove è stato accolto con tutti gli onori prima di andare al G20 di Amburgo, e da un’affermazione in particolare: “Americani, Polacchi e le nazioni europee hanno come valori la libertà individuale e la sovranità”. Ma questi valori sono “minacciati”. Non più dal comunismo, ma da “ideologie oppressive”. Non nomina l’Islam, ma parla dell’alleanza con i sauditi e altri arabi contro l’estremismo paragonandola a quella che sconfisse il nazismo. E richiama la folla che invocava “vogliamo Dio” a Varsavia in occasione della visita di Giovanni Paolo II nel 1979, l’inizio della fine dell’impero del male in Europa. E qui arriva il parallelo con Ratzinger e con i suoi argomenti contro il ‘secolarismo aggressivo’ che avrebbe, secondo l’allora Papa, minacciato l’Occidente e la sua denuncia della mancanza di orgoglio e fiducia nei valori occidentali. Per il Journal una benvenuta presa di posizione da parte di Trump contro il globalismo e il multiculturalismo alla Obama. Il WSJ è l’establishment, e un anno fa di questi tempi ridicolizzava Trump come una specie di saltimbanco che non sarebbe mai arrivato alla Casa Bianca. Una bella svolta!

Linguaggio del corpo
L’incontro tra lo Zar Vladimir e il Presidente Donald ha scatenato gli esperti globali di questo tipo di comunicazione non verbale, con esiti diversi. Ne scegliamo tre. John Grace sul britannico Guardian non ha dubbi, il veterano del potere Putin ha steso il novellino Trump. Quest’ultimo ha tentato la sua mossa preferita, la stretta di mano che non ti lascia, ma il russo si è svincolato con una mossa di Judo, poi ha evitato di incontrare il suo sguardo e si è adagiato mentre l’americano si sporgeva, e alla fine il messaggio che è passato è stato: il boss sono io. Diversa la lettura offerta dall’esperta Mary Civiello alla BBC: è stato l’incontro tra due maschi Alfa, ma Trump ha avuto la meglio, ha vinto comunque il round della stretta di mano, è riuscito a mettere la mano sulla spalla di Putin con un chiaro gesto dominante, e soprattutto è stato più bravo del russo a intercettare con lo sguardo le telecamere. Per un’altra esperta, Patti Wood interpellata da Time Magazine, Trump ha sfoderato una serie di mosse da maschio Alfa, come la postura delle gambe e la presa con il braccio sinistro sotto quello di Putin mentre gli stringe la mano con la destra. Tuttavia con Putin, The Donald si è mostrato più guardingo e meno assolutamente sicuro della sua posizione dominante rispetto ad altre strette di mano, quella negata a una Merkel implorante davanti al caminetto della Casa Bianca e quella prepotente al presidentino francese Emmanuel Macron.
Share:
Trending