donald Trump

Peccato che i consumatori statunitensi non siano risparmiatori come i tedeschi

Dal momento che gli americani non sono risparmiatori come i tedeschi, la riduzione del deficit commerciale e lo stimolo della crescita interna risultano incompatibili.

22 Marzo 2017 09:23
financialounge -  donald Trump germania Joachim Fels PIMCO USA

Le prime serie preoccupazioni circa i ritardi su alcuni dei tanto attesi provvedimenti da parte dell'amministrazione Trump (tagli alle tasse e approvazione della proposta per abrogare la riforma sanitaria Obamacare) hanno portato ieri Wall Street a chiudere la peggior seduta di borsa di quest’anno.

Finora i mercati finanziari hanno innestato la marcia al rialzo sulle aspettative di una maggiore espansione globale e per una ripresa dell’inflazione che, a loro volta, sono state trainate dalle attese relative ai provvedimenti annunciati in campagna elettorale da Donald Trump e ribaditi nelle ultime settimane dal neopresidente americano. In pratica, ancora quasi nulla di concreto si è materializzato, ma è bastato l’effetto annuncio (o la sola previsione) per alimentare la corsa agli acquisti delle asset class rischiose (azioni, obbligazioni high yield, titoli dei paesi emergenti).

Qualcuno, in ambito azionario, ha cominciato a mettere in guardia dai facili entusiasmi sottolineando che sarebbe opportuna (se non, addirittura, salutare) una correzione tra il 3% e il 5% dei principali indici di borsa per raffreddare gli animi e per evitare che ulteriori rialzi possano creare le premesse per una correzione più profonda (che potrebbe facilmente superare i 10 punti percentuali).

Altri analisti, in campo obbligazionario, si augurano invece che la tendenza del rialzo dei tassi a medio lungo termine del mercato obbligazionario possa proseguire in modo graduale ed ordinata grazie a provvedimenti in campo economico e di politica monetaria che possano prendere corpo anche nel 2018 e, come tali, valutati dai mercati in modo da lasciare un po’ di benzina nel serbatoio anche per il prossimo anno.

Ma c’è anche chi sostiene che sia quasi impossibile raggiungere i due principali obiettivi dell’amministrazione Trump: 1) la riduzione del deficit commerciale e 2) lo stimolo della crescita interna attraverso più elevati investimenti pubblici e privati ed il taglio delle tasse.

È il caso di Joachim Fels, consulente economico globale di PIMCO, che ha approfondito la questione e che, tramite una serie di equazioni, è arrivato alla conclusione che i due principali obiettivi siano di fatto inconciliabili.

“Le due priorità dell'amministrazione Trump (la riduzione del deficit commerciale e lo stimolo della crescita interna attraverso maggiori investimenti pubblici e più elevati tagli fiscali) risultano incompatibili a meno che i consumatori statunitensi si trasformano improvvisamente in risparmiatori tedeschi. Essendo un tedesco residente negli Stati Uniti, sto facendo del mio meglio per essere parsimonioso, ma sicuramente questo non sarà sufficiente” commenta tra il serio e il divertito Joachim Fels, secondo il quale il risparmio non è certo la specialità della casa del consumatore medio americano.
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