Franck Nicolas

Borse 2017, ecco come andare alla ricerca del rendimento

Le valutazioni piuttosto care delle Borse obbligano i gestori a scelte molto flessibili e selettive, come quella di sovrappesare Wall Street a discapito dell’Europa.

29 Dicembre 2016 10:35
financialounge -  Franck Nicolas mercati azionari Natixis Investment Managers politica fiscale

Dopo un inizio d’anno al cardiopalma, con gli indici di Borsa scesi anche al di sotto dei 20 punti percentuali in meno di due mesi, il 2016 ha finito con il regalare discrete soddisfazioni agli investitori che hanno scelto l’azionario.
L’indice MSCI world, che riflette l’andamento delle principali Borse mondiali, segna infatti una rivalutazione complessiva in euro del +12%. Il problema, però, è che le valutazioni dei listini azionari si attestano su livelli sensibilmente più elevati rispetto alla media storica degli ultimi 10 anni. Il rapporto prezzo / utili (p/e), per esempio, dell’S&P500 di Wall Street oscilla intorno a 20 contro la media di 16 degli ultimi 10 anni, mentre l’indice Stoxx 600 delle Borse europee si attesta a 17,2 contro il 13,7 della media decennale.

Alla luce di questo aspetto, l’attenzione degli analisti è tutta rivolta all’evoluzione della politica economica americana. La minore pressione fiscale attesa dovrebbe contribuire a far lievitare la fiducia dei consumatori e degli investimenti da parte delle imprese mentre gli effetti degli stimoli fiscali alle infrastrutture sembrano meno percepibili nel breve termine.
“Si tratta di cambiamento di rilievo che prende corpo proprio nel momento in cui gli asset rischiosi sono molto sopravvalutati, a causa di una politica monetaria accomodante che prosegue da diversi anni, e ciò può creare una disaffezione durevole in grado di manifestarsi per più mesi sotto forma di stagnazione delle Borse”, spiega Franck Nicolas, Head of investment & client solutions di Natixis Asset Management. Non solo.

In parallelo, i gestori azionari dovranno fare i conti sia con i rischi politici e congiunturali della zona euro e sia con le ampie divergenze esistenti tra i singoli paesi emergenti: sfide che li costringeranno scelte di portafoglio estremamente selettive.
In pratica, secondo Franck Nicolas, la tendenza secolare dell’aumento generalizzato degli attivi finanziari sembra interrotta rendendo indispensabili scelte attente per ricercare il rendimento senza aggiungere rischi eccessivi nei portafogli.
“Attualmente siamo positivi sulle azioni americane, sebbene siano un pò sopravvalutate” specifica Franck Nicolas pronto tuttavia, a prendere profitto nella seconda parte del 2017 qualora le curve dei tassi dovessero aumentare l’inclinazione: in quel caso, il manager procederebbe infatti ad uno scambio tra azioni (riduzione) e obbligazioni Usa (incremento). Franck Nicolas, che in Europa sottopesa sia le azioni che i tassi, sostiene poi la selezione nell’ambito dei mercati emergenti “Sebbene i fondamentali siano in via di stabilizzazione, l’aumento del dollaro potrebbe essere un freno per la crescita di alcune aree in via di sviluppo”, conclude il manager.
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