Arabia Saudita

I miliardi sauditi in Silicon Valley non sempre bene accetti

19 Luglio 2016 09:23
financialounge -  Arabia Saudita uber

Il corteggiamento dei miliardari sauditi nei confronti dei venture capitalist della Silicon Valley si sta facendo assiduo, riporta il Wall Street Journal.



Dopo l’investimento di 3,5 miliardi di dollari in Uber annunciato qualche settimana fa, il principe della famiglia reale Mohammed bin Salman vuol replicare, e ha spedito a San Francisco folte delegazioni per convincere venture capitalist come Marc Andreessen e Michael Moritz a fare affari insieme. Ma non tutti gli investitori della Baia sono pronti ad accettare i dollari che vengono dal petrolio, anche la Silicon Valley ha i suoi principi e non intende rinunciarvi. Per alcuni, infatti, investimenti come quello in Uber rappresentano una tacita approvazione dei comportamenti dei governi dell’Arabia Saudita, unico paese al mondo dove alle donne non è consentito guidare e uno dei paesi in cui l’omosessualità è un reato.

E a qualcuno, come Wesley Chan, partner della società di venture-capital Felicis Ventures e gay dichiarato, la cosa non va proprio giù: “non lo avrei assolutamente fatto se fossi stato in loro”, dichiara riferendosi a Uber. Che a sua volta si difende affermando che accettare un investimento, soprattutto se parliamo di qualche miliardo di dollari, non vuol dire condividere le idee di chi lo fa. E poi sono donne praticamente tutte le clienti saudite di Uber, visto che non possono guidare.

Il dibattito è aperto, e la domanda è la stessa da migliaia di anni: davvero pecunia non olet?
Share:
Read more:
Trending