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L’orizzonte temporale d’investimento, questo sconosciuto

21 Marzo 2016 09:08
financialounge -  BOT Fondi azionari Fondi bilanciati fondi monetari Fondi obbligazionari La voce del Risparmio orizzonte temporale SDR16
Le famiglie italiane sono state abituate ad investire nei titoli di stato, in particolare nei bot. D’altra parte, quando i buoni ordinari del Tesoro (bot) offrivano tra il 3 e il 4 per cento all’anno con un’inflazione tra i due e i due punti e mezzo di inflazione annua (fino a settembre 2012), non c’erano ragioni impellenti per investire in altre strumenti e gestioni che richiedessero tempi di investimento più lunghi. Ma, negli ultimi tre anni, i rendimenti dei bot si sono via via azzerati e ora infatti non offrono alcune rendimento netto positivo.

Si rende quindi necessario, se si desidera beneficiare di un rendimento superiore, aumentare il rischio (cioè investire in strumenti con profili di rischiosità maggiori) e, di conseguenza l’orizzonte temporale: quest’ultimo è il periodo di tempo in cui, ragionevolmente, le famiglie non avranno bisogno dei capitali investiti. Ne deriva che, se si intende sfruttare per esempio obbligazioni societarie europee di qualità inferiore (high yield) che attualmente offrono un rendimento del 5,2% occorre programmare un orizzonte temporale di almeno tre anni (meglio se 4-5 anni): se il capitale che si intende investire dovrà essere invece disponibile nei prossimi 24 mesi (perché c’è in programma per esempio, l’acquisto dell’auto nuova, la permuta della casa o l’iscrizione all’Università dei figli) allora meglio lasciar perdere gli high yield europei.

In linea generale, per un investimento entro i 12 mesi i fondi indicati sono i monetari euro, per i 24-36 mesi, gli obbligazionari, per i 3-5 anni i bilanciati e per orizzonti temporali superiori i fondi azionari. Si tratta tuttavia di uno schema di massima perché, all’interno delle macro categorie ci sono fondi con profili di rischio superiori che richiedono orizzonti temporali di investimento più lunghi. Nell’ambito degli obbligazionari, per esempio, quelli specializzati sul debito dei Paesi emergenti necessitano di almeno 3-5 anni di tempo per incassare i frutti attesi, tra i bilanciati occorre distinguere tra quelli obbligazionari (esposti tra il 20% e il 50% in azioni) per i quali i tre anni potrebbero bastare e i bilanciati azionari (che invece arrivano ad essere esposti fino al 90% in Borsa) l’orizzonte temporale deve essere almeno di 5 anni, mentre tra gli azionari se per i globali internazionali (che diversificano nelle Borse di tutto il mondo) i 5-6 anni possono essere sufficienti per gli azionari India o Cina l’arco di tempo deve essere di almeno 7 anni.

In ogni caso, il consiglio è quello di confrontarsi con un consulente finanziario di fiducia insieme al quale stabilire il piano di investimento ad hoc per la famiglia in modo da determinare i corretti orizzonti temporali. Infine, va ricordato che quasi tutti gli intervistati ai microfoni di FinanciaLounge hanno dichiarato che, almeno una volta nella vita, hanno effettuato investimento con durata superiore ai 3 anni. Tuttavia pochi hanno specificano su quali strumenti tranne in un paio di casi in cui si è accennato a polizze vita specificando che “non hanno dato i risultati attesi”.

Ebbene nel caso dei fondi, e in particolare i piani di accumulo mensili, è bene sottolineare che a differenza dei versamenti in polizze assicurative, il contratto dei pac non vincola il risparmiatore al completamento del piano di versamenti: non è infatti prevista alcuna penalità in caso di interruzione o sospensione dell’investimento rateale e il capitale maturato è disponibile in qualsiasi momento.
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