Franck Nicolas

Asset allocation, le opportunità azionarie e obbligazionarie

12 Febbraio 2016 09:26
financialounge -  Franck Nicolas mercati azionari mercati obbligazionari Natixis Investment Managers
A dicembre cioè appena due mesi fa, quasi tutte le case d’investimento nei loro outlook sui mercati per il 2016 indicavano quatto ingredienti base per le scelte d’investimento: la divergenza tra la politica monetaria della Federal Reserve americana (che aveva iniziato il suo ciclo di rialzo dei tassi) e quella espansiva delle altre banche centrali (Bce, Bank of Japan ecc.), inflazione e tassi di interesse bassi ancora per molto tempo, una convenienza relativa delle azioni rispetto ai bond, un contesto di volatilità che sarebbe rimasto piuttosto sostenuto con diversi picchi (come quelli sperimentati nell’estate 2015) nel corso dell’anno.

Questo esordio turbolento sui mercati azionari con gli indici in forte discesa, prezzi delle materie prime (e quelli del petrolio più in particolare) in caduta libera, assenza di inflazione, preoccupazioni circa la crescita globale, ha, a dir poco, sparigliato un po’ le carte rischiando di ingessare le scelte degli investitori.

Alla luce di tutto quanto sta accadendo, Franck Nicolas, Head of Investment & Clients Solutions di Natixis Asset Management, ritiene sia consigliabile che la costruzione del portafoglio rimanga selettiva nel 2016 poiché le due asset class principali, azioni ed obbligazioni, sono prezzate a livelli piuttosto alti. "La nostra asset allocation si basa più su scelte relative che su scelte direzionali” fa infatti sapere Franck Nicolas che, nel reddito fisso, preferisce concentrarsi sulle obbligazioni USA e sul segmento lungo della curva dei rendimenti, che è meno sensibile alle misure previste di inasprimento monetario (rialzo dei tassi da parte della Fed americana) e, inoltre più redditizio rispetto al suo omologo europeo.

“Quanto alle azioni, preferiamo titoli europei rispetto a quelli statunitensi. Assumiamo inoltre rischi calcolati su alcune azioni giapponesi. Continuiamo ad evitare i mercati emergenti che non sono stati in grado di dare un forte impulso alla crescita nonostante il notevole sconto dei titoli azionari dopo aver sottoperformato per diversi anni di fila" è la conclusione di Franck Nicolas.
Share:
Trending