Bank of Japan

Investimenti, come contrastare efficacemente i rischi di mercato

3 Febbraio 2016 09:52
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In una prospettiva strategica, definita sulla base di obiettivi definiti nel tempo, i rendimenti dovrebbero essere più modesti rispetto alla media storica e più volatili rispetto alla prima parte del 2015. Alla luce di questo, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’Alpha e iI Beta dell’1 febbraio sostiene che, in linea con quanto ribadito anche nel roadshow di GAM appena concluso, il peggioramento dei profili rischio/rendimento suggerisce una maggiore enfasi sulla difesa del capitale.

“Le tre leve a disposizione degli investitori per contrastare i rischi che incombono sui mercati (banche centrali, orizzonte temporale medio lungo e conoscenza del valore delle società di cui si sottoscrivono le azioni o le obbligazioni) si riveleranno ancora più efficaci se affiancate ai consigli di un esperto di fiducia per costruire un portafoglio diversificato, stabilizzato, focalizzato” puntualizza Carlo Benetti. Secondo il manager, infatti, per contrastare i quattro rischi dominanti (quello geo-politico, la crescita della Cina, il prezzo del petrolio, l’andamento dei tassi negli Stati Uniti), il risparmiatore può affidarsi a tre fattori di supporto: la finanza comportamentale, l’analisi dei valori fondamentali, le banche centrali.

Cominciando da quest’ultima leva, i mercati beneficeranno ancora per un po’ di tempo dell’atteggiamento accomodante dei banchieri centrali. Non sono esclusi incrementi del piano della BCE, la Bank of Japan appena pochi giorni fa ha dato prova della sua determinazione adottando tassi negativi e la Fed proseguirà la normalizzazione dei tassi in sintonia con il miglioramento delle condizioni dell’economia reale.

La seconda leva a disposizione dell’investitore è fornita dalla finanza comportamentale che per GAM significa fare riferimento alle «Lezioni del professor Paolo Legrenzi», in particolare a quanto egli scrive sull’importanza della focalizzazione. “Focalizzare l’attenzione su un obiettivo di medio o lungo periodo consente di interpretare un rendiconto, o una fase di mercato, come un semplice passaggio verso l’obiettivo (di rendimento, di scopo) più lontano nel tempo. Per interpretare un rendiconto o una fase di mercato come passaggio sono necessarie l’analisi e l’interpretazione dei fondamentali economici, la terza leva del nostro trivio: una volta stabilito un obiettivo lontano nel tempo si tratta di riconoscere il valore delle società di cui si sottoscrivono le azioni o le obbligazioni” spiega Carlo Benetti.

Se i ritorni attesi e le correlazioni fossero fissi e costanti, la costruzione dei portafogli sarebbe faccenda piuttosto semplice ma purtroppo le cose sono complicate dal fatto che è impossibile pronosticare i rendimenti, le varianze e le correlazioni future tra le classi di attivo. Il premio al rischio cambia nel tempo in funzione della sua percezione e, soprattutto, delle modifiche della percezione dei futuri ritorni attesi e delle correlazioni. Eppure, nonostante una crescita globale al di sotto del potenziale (l’output gap, cioè i differenziale tra crescita corrente e quella potenziale, si sta però riducendo), le condizioni macro-economiche non sono così drammatiche come i movimenti di mercato lascerebbero credere.

Inoltre il 2016 si apre con migliorate condizioni di spesa delle famiglie negli Stati Uniti e in Europa, segno che la domanda interna, almeno nelle economie avanzate, resta sostenuta da una credibile base di reddito disponibile. Questa condizione è favorevole ai settori industriale e a quello dei consumi discrezionali i cui utili sono attesi in salita nel corso del 2016. La domanda interna si è ripresentata nei paesi europei periferici, Spagna, Italia, Irlanda. “Consumi in ripresa, investimenti industriali, disoccupazione in diminuzione e aumento della fiducia dovrebbero sostenere gli utili aziendali” sottolinea infatti Niall Gallagher di GAM.
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