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International Editor’s Picks – 25 gennaio 2016

25 Gennaio 2016 10:46
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Il mercato si aspetta nel 2016 quattro rialzi della Fed
Ma la turbolenza di inizio anno ha già fatto il lavoro. Lo stima Morgan Stanley, secondo quanto riporta Bloomberg. Il risultato della volatilità, è il ragionamento, di fatto è una stretta delle condizioni finanziarie, che equivale appunto a quattro rialzi dei tassi da un quarto di punto ciascuno. Esattamente quanto è implicito nelle previsioni rese note dalla Fed dopo la riunione del 15 e 16 dicembre che ha deciso il primo rialzo in quasi dieci anni, che tengono conto delle stime di crescita, disoccupazione e crescita economica. Il FOMC della Fed si riunisce di nuovo questa settimana, martedì 26 e mercoledì 27. Morgan Stanley prevede che il FOMC opterà per tenere i tassi fermi e potrebbe scegliere il nulla di fatto anche nel prossimo meeting del 15-16 marzo, perché ora “l’asticella per alzare i tassi ora è insormontabilmente alta”.

A Davos non si è parlato solo di Cina, petrolio e debito
Business Insider riferisce che un altro hot topic è stata la Silicon Valley, dove molti prevedono di veder l’acqua della Baia di San Francisco tingersi di sangue per la strage in arrivo degli Unicorni, le startup miliardarie che potrebbero essere cresciute troppo e troppo in fretta. Ma, come spesso accade, Goldman Sachs va controcorrente, e invece di catastrofi vede opportunità. Secondo il Presidente e COO Gary Cohn il 2016 potrebbe non essere facile per gli unicorni ancora assetati di cash sempre più difficile da trovare, ma aggiunge: “ci penseremo noi a raccogliere capitali per loro”. Perchè pensa che il mondo sia cambiato e il cammino verso l’IPO sia diventato più lungo, e abbia bisogno di essere accompagnato per più tempo con più round di equity. Secondo Goldman gli unicorni devono diventare brand globali quando sono ancora privati, non usare l’IPO come leva per diventarlo. Finora Goldman non si è smentita e non ha abbandonato i nomi più noti: Uber, Dropbox, e Pinterest.

Che fine ha fatto il Venezuela?
Da sempre sull’orlo di una bancarotta che non arriva mai, il paese sudamericano è alle prese con una dura battaglia parlamentare che ha visto il Congresso respingere un decreto che avrebbe conferito al presidente Nicolas Maduro poteri d’emergenza per far fronte alla situazione economica sempre più drammatica, con un’inflazione che secondo il FMI viaggia verso il 700 per cento quest’anno, riporta Associated Press. Il Congresso è controllato dall’opposizione, che vuol mettere fine alla rivoluzione socialista inaugurata 17 anni fa da Hugo Chavez e ora alla resa dei conti con la Storia. Maduro vorrebbe poteri straordinari per 60 giorni, ma per l’opposizione è proprio lui il responsabile dell’iper inflazione e la ormai cronica scarsità di beni di prima necessità. Intanto la situazione economica peggiora dopo un 2015 drammatico, chiuso con un’inflazione al 275 per cento e un crollo del reddito nazionale del 10 per cento.
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