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Crisi cinese, tutti gli occhi sono puntati sulle valute

13 Gennaio 2016 10:28
financialounge -  cina mercati valutari Renminbi Russ Koesterich USA utili
Al di là delle turbolenze globali, gli investitori degli Stati Uniti sono alle prese con due sfide che li riguardano molto da vicino: utili aziendali stimati in calo e un'economia con aspetti positivi e altri meno. Intanto, dalla fine della stagione dei rendiconti del terzo trimestre, gli utili stimati per il quarto trimestre sono scesi da una media di +1% ad una media di -3,7%: in parallelo le stime per i profitti 2016 sono calate dal +10,3% al +7,6%.

“La crescita degli indici di Wall Street dipenderà dall’incremento degli utili. Pertanto, fino a quando si vedrà qualche miglioramento nei profitti stimati, sarà difficile per l’azionario USA fare progressi costanti” fa sapere Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment, nel suo commento settimanale ai mercati dell’11 gennaio. Purtroppo, le aziende statunitensi si trovano ad affrontare diversi ostacoli a cominciare dal dollaro forte che ne diminuisce la competitività a livello globale. Inoltre, i margini di profitto potrebbero restringersi in un contesto nel quale la crescita dei salari cominci a far registrare rialzi consistenti. “L’ultimo dato sui nuovi posti di lavoro non agricoli della scorsa settimana ha visto la creazione di 292.000 impieghi, ben al di sopra delle aspettative. La crescita dei salari è salita al 2,5% su base annua, mantenendosi al di sotto delle aspettative: grazie a questo, le preoccupazioni circa una Fed eccessivamente aggressiva si sono leggermente ridimensionate” spiega Russ Koesterich secondo il quale, vista anche la contrazione nel settore manifatturiero, ritiene che le turbolenze globali sono l'ultima cosa di cui gli investitori hanno bisogno.

Detto ciò, è importante contestualizzare gli eventi internazionali, in particolare quelli in Cina. L’idea dello strategist è che il sell –off (vendita di titoli sul mercato senza limitazione di prezzo e di quantità) sui mercati cinesi (e, a cascata, sugli altri listini azionari internazionali) sia stato dovuto principalmente ad alcuni errori da parte delle autorità di Pechino. Tuttavia, la vera minaccia per gli investitori globali è l’accelerazione al ribasso della valuta cinese: giovedì 7 gennaio il renminbi è stato fissato al livello più basso dal 2011. Inoltre, le riserve in valuta estera della Cina sono diminuite del 108 miliardi di dollari nel mese di dicembre, un calo molto più ampio del previsto, rinnovando le preoccupazioni per un più rapido deprezzamento del renminbi. Ciò incrementerebbe la prospettiva di una serie più dirompente di svalutazioni competitive tra le altre nazioni.

“Sebbene questo non sia il nostro scenario di base, se dovesse materializzarsi, il calo di Borsa della scorsa settimana potrebbe essere un preludio ad una più grave di correzione azionaria. Non consideriamo gli eventi della scorsa settimana come l'inizio di un mercato orso, e riteniamo che la reazione del mercato statunitense possa rivelarsi esagerata: almeno per ora, infatti, i cali possono avere più a che fare con il sentiment negativo degli investitori che con i fondamentali dell’economia” conclude Russ Koesterich.
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