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Idee di Investimento – Azioni – 28 dicembre 2015

28 Dicembre 2015 11:00
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“La storia dello sviluppo economico è storia di disuguaglianze. Eppure non è scritto sulla pietra che il mondo sia condannato ad essere così fortemente disuguale” afferma Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’articolo “Alla ricerca di uno sviluppo economico più solidale”, all’interno del quale cita una riflessione dell’economista Bernardo Bortolotti: “Qualcosa si è spezzato, cioè il vincolo essenziale e umano di fairness (congruità); è la quintessenza della crisi di un paradigma dominante, di comportamenti individuali sbagliati che hanno portato al fallimento congiunto dello Stato e del mercato”. Bortolotti ha ragione, si può, si deve ripartire dal piccolo, dal particolare, dalla qualità delle relazioni quotidiane e da lì provare a riconnettere ciò che è sconnesso, a ricostituire quelle scorte di empatia (capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d'animo di un'altra persona) di cui parla Adam Smith, il padre della scienza economica. Le vicende di molti risparmiatori che occupano le cronache in questi giorni gridano quanto sia necessario ripartire (anche) dal basso. La qualità delle relazioni professionali, la fiducia, la lealtà devono fare premio sui budget, sui condizionamenti più o meno mascherati. “La vera sfida” dice sempre Bortolotti “è trasformare l’empatia in obiezione al sistema e alle logiche dominanti”. Come dire, in estrema sintesi, che sarà la sovrabbondanza di empatia a salvare il mondo, la sua mancanza a perderlo.

Un altro elemento base per ripartire è la fiducia. E sono in molti, tra economisti, gestori, analisti e investitori, a riporla nell’Europa, anche nel 2016. Tra questi anche Yves Longchamp, CFA , Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, che , in un contesto di crescita economica avviata nell’area euro e di un aumento dell’inflazione, reputa piuttosto sorprendente la moderazione della BCE: “Un ulteriore taglio dei tassi in territorio negativo e una nuova immissione di liquidità non sosterranno infatti né l’inflazione né il credito. Potrebbero però aiutare i paesi altamente indebitati a rifinanziarsi a condizioni vantaggiose per colmare i loro deficit di bilancio e attuare le riforme necessarie con costi contenuti. Questo è un ulteriore motivo per essere fiduciosi riguardo all’economia europea” sostiene Yves Longchamp nell’articolo “Inflazione, nel primo trimestre 2016 potrebbe scattare all’1%”.

Ma non manca neppure chi è positivo sulle prospettive di Wall Street anche dopo l’inizio del ciclo di rialzo dei tassi avviato dalla banca centrale USA. “Negli ultimi vent’anni, i 12 mesi successivi al primo rialzo dei tassi, i rendimenti sono stati sempre positivi, con una crescita media della Borsa americana del 6,8%” fanno sapere nell’articolo “Rialzo dei tassi USA, focus su inflazione e crescita economica”, gli esperti di Fidelity International la cui spiegazione di tale fenomeno è riconducibile alla crescita economica, la cui solidità costituisce una precondizione ai rialzi dei tassi da parte della Banca Centrale. Ma c’è di più. Questa volta, in aggiunta alle considerazioni di natura storica, si nota come l’inasprimento delle condizioni finanziarie sia in realtà già in atto ormai da 18 mesi, per effetto del rafforzamento del dollaro USA e del moderato ampliamento degli spread creditizi. Nonostante tale inasprimento, la performance del mercato azionario USA non ha subito alcun impatto negativo, ed anzi, ha visto un aumento dell’indice S&P 500.

In tutti casi Wall Street resta il più diversificato mercato azionario mondiale ed offre molteplici opportunità di investimento anche quando alcuni settori mostrando una evidente debolezza. Nonostante questo, l’approccio di Pasquale Corvino, gestore del fondo Zest North America Pairs Relative, resta fermamente rivolto ad individuare le dislocazioni di prezzo. Un approccio che evidenzia molti indicatori a livello estremo che per ampiezza e sostenibilità lasciano perplesso il manager. “Le numerose dislocazioni presenti sul mercato evidenziano una situazione di forte stress: si fa cioè fatica a prendere profitto da posizioni in forte guadagno anche quando le valutazioni risultano a livelli molto elevati sia su base storica sia incorporando prospettive di crescita ragionevoli, perché una parte considerevole degli altri segmenti di mercato è considerata non investibile in quanto ritenuta troppo rischiosa a prescindere dal valore potenziale” fa sapere nell’articolo “Azionario USA, la ricerca delle dislocazioni dei prezzi paga”, Pasquale Corvino che, di conseguenza, nel portafoglio Zest North America Pairs Relative sta allestendo posizioni con approccio «contrarian» restando tuttavia fedele alla propria metodologia.
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