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Il Venezuela raschia il fondo del barile

11 Novembre 2015 09:10
financialounge -  liquidità petrolio venezuela
Con il PIL atteso in caduta fino al 10% quest’anno il Venezuela fa sempre più fatica a onorare il debito. La compagnia petrolifera statale PDVSA è riuscita a completare pagamenti per 4,2 miliardi di dollari in scadenza il mese scorso ma potrebbe non farcela con la prossima scadenza da 1 miliardo in arrivo e il presidente Eulogio del Pino sta cercando di convincere detentori di bond a rinviare almeno al 2018-2019 il pagamento del debito a breve.

Il crollo del prezzo del petrolio ha colpito duramente le finanze venezuelane, dato che il paese dipende dal greggio per il 95% delle sue esportazioni. I prezzi dei bond, sia del governo che della PDVSA, hanno collassato insieme al prezzo del barile, con le attese del mercato che convergono su una elevata probabilità che il paese possa andare in default l’anno prossimo. Il fatto però che finora il Venezuela sia riuscito in qualche modo a onorare le scadenze dà qualche credibilità al tentativo di del Pino di rinegoziare le scadenze.

Il problema tuttavia è la liquidità, sempre più scarsa. Le riserve d’oro sono in caduta libera perché utilizzate per pagare il debito in scadenza. E, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Caracas ha anche ritirato 467 milioni di dollari di riserve cash depositate presso il Fondo Monetario Internazionale. Con una caduta del 10% del PIL quest’anno il Venezuela metterebbe a segno la peggior performance economica a livello mondiale. E intanto continuano a scarseggiare i beni di prima necessità, a cominciare da alimentari e farmaci, mentre l’inflazione corre all’85%. E si tratta delle stime ufficiali, quella reale sarebbe molto più alta.
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