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Cina, tutte le implicazioni sull’economia giapponese

9 Ottobre 2015 09:29
financialounge -  cina consumi crescita economica esportazioni giappone Renminbi
Sarà perché siamo europei e, quindi, preferiamo fare, in primis, riflessioni e ragionamenti che riguardino le implicazioni relative al Vecchio Continente. Oppure perché è più semplice soppesare l’impatto nelle economie e nei mercati a noi più vicini geograficamente. Resta il fatto che finora le implicazioni circa il rallentamento economico della Cina sono state esaminate e scandagliate per i contraccolpi che potranno provocare sull’Europa o, al più, sugli Stati Uniti.

In realtà, c’è un altro importante paese che potrebbe subirne implicazioni notevoli per la propria economia: il Giappone. Un mercato che interessa molto gli investitori dal momento che, ancora oggi, diverse case d’investimento reputano l’azionario di Tokyo il più interessante e in diretta concorrenza con i listini europei. Il rallentamento della Cina ha diverse implicazioni sull’economia giapponese sebbene si possano riassumere in quattro grandi capitoli: impatto derivante dalle esportazioni, quello relativo alle vendite aziendali locali, quello valutario, e, infine, gli impatti relativi ai consumi in entrata.

Secondo alcune stime fatte da un’importante banca d’affari svizzera, a fronte di una calo stimato di un punto percentuale del PIL di Pechino, dovrebbe corrispondere un -0,3% del PIL reale del Giappone, principalmente dovuto all'impatto diretto (delle minori esportazioni nipponiche) a cui andrebbe a sommarsi l’impatto indiretto attraverso i minori investimenti esteri e agli impatti valutari. Si tratta di stime, è bene sottolinearlo, che si basano sull’ipotesi che il pil cinese si attesti a fine 2015 al +6,8%, ovvero soltanto lo 0,6% in meno rispetto al +7,4% del 2014 e appena lo 0,2% in meno di quanto annunciato dal governo cinese come target annuo. In realtà, come fanno sapere diversi altri economisti e analisti internazionali, la crescita del PIL di Pechino potrebbe rivelarsi lontana dal 7% a cui mira il governo centrale cinese e scivolare anche ben al di sotto dei sei punti percentuali.

In ogni caso, su un fattore quasi tutti concordano: l'impatto derivante da minori esportazioni sarà l’ostacolo maggiore per il Giappone mentre la svalutazione del renminbi, se si manterrà intorno agli attuali valori, dovrebbe avere uno scarso impatto.
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