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Debito emergente, quando la ricca cedola può ingannare

27 Agosto 2015 11:25
financialounge -  fondi a cedola mercati emergenti mercati valutari
Nel quarto trimestre 2014 diverse case d’investimento hanno lanciato, anche sul mercato italiano, titoli obbligazionari con cedole molto generose: dal 4%-5%, nel caso dei bond denominati in dollari neozelandesi, al 5%- 6%, nel caso di obbligazioni in lire turche, fino al 9% delle obbligazioni in real brasiliani. Per i risparmiatori italiani, che facevano i conti con il rendimento dei BOT praticamente azzerato e con quello dei BTP poco al di sopra del punto percentuale annuo, si trattava di investimenti senza dubbio molto allettanti. Peccato che a distanza di meno di un anno i sottoscrittori di quei bond stiano contabilizzando perdite piuttosto ingenti.

Coloro che hanno acquistato in quel periodo i bond in emissione mantenendoli in portafoglio fino ad ora, possono infatti contare su un controvalore dell’investimento in euro (tra cedole incassate e quotazione corrente del titolo) inferiore del 5% circa (nel caso dei bond in dollari neozelandesi), o dell’11% (nel caso delle obbligazioni in lire turche) o, addirittura, del 14,5% (nel caso dei bond in real brasiliani).

È l’effetto (indesiderato) della svalutazione, rispetto all’euro, delle valute sottostanti ai bond: basti pensare che da inizio anno al 20 agosto scorso (quindi prima della tempesta scatenatasi sui mercati finanziari per la crisi cinese), il dollaro neozelandese aveva perso l’8,8% rispetto alla moneta unica europea (perdita salta ieri a -13,3%), la lira turca il 16,9% (ieri valeva -18,7%) e il real brasiliano il 21,6% (ieri era -26,1%).

Questi esempi devono servire a comprendere che, se da un lato il debito emergente rappresenta un’asset class interessante per gli investitori italiani, dall’altro è indispensabile evitare il fai da te: infatti la ricca cedola può ingannare il piccolo risparmiatore sprovvisto delle giuste competenze. Solo affidandosi ai gestori specializzati capaci di selezionare i diversi emittenti, le differenti scadenze e, soprattutto, ad allestire il giusto mix in termini di valute a cui esporsi, è possibile sfruttare in modo ancora efficiente il debito emergente aggiungendo una interessante fonte di alpha (extra rendimento rispetto ai tassi dei titoli di stato della zona euro) al portafoglio obbligazionario.
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