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Idee di Investimento - Obbligazioni - 24 agosto 2015

24 Agosto 2015 14:31
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“Le nostre previsioni per Stati Uniti e zona euro sono complessivamente positive” sostiene nella sua analisi macroeconomica mensile Yves Longchamp, CFA, Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, che, nell’articolo “Ripresa economica, USA e zona euro sono sulla strada giusta”, elenca anche i potenziali pericoli all’orizzonte: “Oltre alla crisi greca, i principali rischi per il nostro scenario sono il rallentamento in Asia, in particolare in Cina, e l’impatto finale dei bassi prezzi delle materie prime nonché del vigore del dollaro USA sull’economia mondiale. Brusche variazioni dei parametri chiave della crescita e dei prezzi hanno effetti destabilizzanti nel breve periodo, ma se divengono permanenti hanno ripercussioni profonde sugli equilibri economici globali. Tra queste figura il possibile rallentamento del commercio internazionale”. Un’analisi, quella dello strategist, che parte dai dati economici USA diffusi da inizio estate che hanno fornito ulteriori conferme che l’economia statunitense continua a espandersi. Passando all’Eurozona, Yves Longchamp vede una conferma nei dati economici di una ripresa sempre più vigorosa che riguarda quasi tutti i paesi membri della regione, in particolare la Spagna dove l’economia si è mostrata sorprendentemente vigorosa.

Una situazione che, qualora trovasse conferma nelle prossime settimane, potrebbe agevolare il rialzo dei tassi americani da parte della Federal Reserve con tutte le implicazioni che questa mossa comporterebbe sui mercati obbligazionari. Implicazioni che dovranno essere necessariamente esaminate alla luce anche della politica monetaria cinese soprattutto se, come crede Adrian Owens, gestore del GAM Star Global Rates, la Banca Centrale cinese continuerà sulla strada della svalutazione pilotata del renminbi, in considerazione del rallentamento dell’economia. Il manager dal canto suo, conferma la preferenza della parte corta delle curve più ripide all’interno di molti mercati dei tassi d’interesse, ritenendo che i mercati non stiano prezzando in maniera corretta i rialzi dei tassi, una volta che inizierà il ciclo di stretta. Il gestore adotta un’apertura di fiducia sul mercato obbligazionario del Brasile dove, a fronte di un possibile incremento dell’inflazione nei prossimi mesi, è atteso un ribasso dei tassi di interesse da parte delle autorità monetarie del paese. “Rispetto all’anno scorso, quando quasi tutto il rischio era posizionato sulle valute, circa il 50% del rischio della strategia rimane concentrato sul fronte valutario, mentre l’altra metà è indirizzato sui tassi d’interesse” rivela nell’articolo“Obbligazionario, le mosse della Cina e le opportunità in Brasile” Adrian Owens che, dal punto di vista dell’allocazione settoriale, evidenzia l’interesse nei confronti del Brasile, mercato nel quale ha sovrappesato la posizione completamente long (rialzista) sui tassi d’interesse, sulla scia dell’intento della Banca Centrale di eliminare l’inflazione dal sistema. “Lo scorso mese la Banca Centrale brasiliana aveva lasciato intuire di essere sul punto di interrompere il processo di rialzo dei tassi d’interesse, venendo ormai da due anni di revisioni al rialzo. Allo stesso tempo, le condizioni economiche sono in peggioramento con gli indicatori di fiducia di imprese e consumatori al di sotto dei livelli del 2008 e il tasso di disoccupazione in aumento. Tasso di disoccupazione che ha infatti raggiunto il 6,5% a giugno rispetto al 5,5% di inizio 2015. A questo punto, toccato questo livello di criticità, stiamo provando a essere coinvolti in maniera più significativa in questo mercato” spiega Adrian Owens.

Torniamo in Cina. Hong Chen, Chief Investment Officer di UBP Investment Management (Shanghai) Limited è convinto che il renminbi possa deprezzarsi di ulteriori tre punti percentuali portando la svalutazione complessiva al 5% dall’11 agosto, da quando cioè la Banca centrale cinese (PBoC) ha comunicato di voler ottimizzare il suo sistema di parità centrale affinché il tasso di cambio del renminbi nei confronti del dollaro rifletta meglio la condizione dei mercati. Da quella data, infatti, il renminbi può fluttuare, sul mercato valutario cinese spot, del 2% al di sopra o al di sotto del tasso di parità centrale, in ciascuna seduta. “Non siamo sorpresi dall’operazione della PBoC. Dopo tutto, rendere libero il mercato valutario è un obiettivo di lungo termine per le autorità locali ed è stato discusso diverse volte. Tale intervento è necessario ed è un operazione importante al fine d si migliorare l’indipendenza del mercato delle valute. Questa volta, l’allargamento del tasso di fluttuazione al 2% si è rilevato abbastanza gestibile e non crediamo che possa portare ad una crisi” argomenta Hong Chen nell’articolo “Cina, ecco cosa aspettarsi sul renminbi e sulla Borsa di Shanghai”.
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