Columbia Threadneedle Investments

Cosa fare ora che il ciclo del credito corporate è maturo

13 Agosto 2015 12:05

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments credito d'impresa fondi multi asset Mark Burgess
tolineiamo che nel settore del reddito fisso nel suo complesso continuiamo a preferire le obbligazioni societarie ai titoli di Stato, ancora sottoponderati nei nostri portafogli multi-asset. Tuttavia, a nostro avviso, il ciclo del credito corporate è maturo: pur prevedendo che le obbligazioni societarie genereranno extra-rendimenti positivi contenuti nei prossimi 12-24 mesi, molteplici pressioni negative stanno conquistando il centro della scena” commenta Mark Burgess, CIO EMEA e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, che rivela di aver ora ridotto nei portafogli multi-asset l'esposizione alle obbligazioni societarie portandola a un livello neutrale.

Per lo strategist, la crescita degli utili negli USA appare, dal punto di vista dei fondamentali, in difficoltà e ciò grava su alcuni importanti parametri creditizi: nello specifico, il rapporto debito/EBITDA appare elevato rispetto ai cicli precedenti e l'attività societaria, che in passato era perlopiù neutrale sul fronte del credito, sta diventando negativa (come emerge dai riacquisti di azioni proprie, dalle politiche di distribuzione e dall'attività di leveraged M&A).

“Inoltre, l'offerta di obbligazioni societarie è abbondante e nel corso del ciclo la liquidità del mercato secondario è andata deteriorandosi, come adeguatamente documentato, il che per il futuro richiede un premio per il rischio di liquidità più elevato (se sarà ancora modesto). Il rapporto EBITDA/interessi passivi è tuttavia estremamente elevato e depone a favore di performance persistentemente sostenute delle obbligazioni corporate, anche se negli ultimi sei mesi ha evidenziato un indebolimento. L'ottima copertura degli oneri finanziari è ascrivibile perlopiù ai bassi tassi d'interesse, ma ciò non sminuisce il suo contributo per gli extra-rendimenti positivi (ma modesti) che potremmo osservare nei prossimi trimestri” sottolinea Mark Burgess secondo il quale gli spread creditizi non sono eccessivamente ridotti e l'ampliamento dei differenziali dei titoli societari high yield in Europa negli ultimi 12 mesi ha indotto alcuni portafogli multi-asset meno strategici a ricostituire le posizioni.

“Tuttavia, gli spread non sono neppure troppo ampi, alla luce dei crescenti rischi di illiquidità, del deterioramento dei fondamentali del credito e del potenziale rischio che gli investitori, che assumono il rischio di tasso d'interesse mediante obbligazioni societarie, possano decidere di abbandonare l'asset class ora che la Fed sembra porre fine alla sua politica monetaria estremamente accomodante. Abbiamo limitato l'esposizione ai titoli corporate ridimensionando le posizioni su base paneuropea e, in particolare, riducendo gli investimenti nel debito investment grade nel Regno Unito e in quello high yield in Europa” conclude Mark Burgess.

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