profitti aziendali

Aziende USA, margini in contrazione e qualità creditizia in calo

15 Luglio 2015 12:40
financialounge -  profitti aziendali salari USA
I minori costi di produzione rappresentano, per molte industrie, un elemento positivo derivante dal regime di bassa inflazione a livello globale. D’altra parte, tuttavia, in un ambiente nel quale la domanda stenta a decollare appare piuttosto ridotto il potere di determinazione dei prezzi da parte delle imprese.

Per riuscire a districarsi da queste forze contrapposte al fine di migliorare i margini, il management ha agito in modo significativo adottando tutte le misure in grado di contenere i costi: dalla razionalizzazione dei processi di approvvigionamento, agli aumenti dei prezzi di listino in modo mirato, dalle fusioni ed acquisizioni strategiche all’ottimizzazione delle campagna promozionali su specifici prodotti e segmenti di mercato.

Ma, se finora, pur con diversi sforzi di fantasia, è stato possibile riuscire a aumentare i margini, le prospettive future appaiono ancora più difficili: sullo sfondo, infatti, cominciano ad essere segnalati i primi aumenti salariali. Certo si tratta ancora di dati a macchia di leopardo che variano molto di mese in mese, ma la tendenza sembrerebbe ormai avviata, soprattutto negli Stati Uniti dove diversi importanti datori di lavoro hanno annunciato un aumento del salario minimo per i propri dipendenti. Alcuni asset manager cominciano a ragionare sui possibili impatti di questo nuovo scenario.

Negli Stati Uniti, secondo alcuni di essi, l’espansione del margine operativo lordo (EBITDA) è tra i principali fattori che ha attenuato l’impatto della debole crescita dei ricavi. Non solo. Grazie al miglioramento dei margini operativi, è stato possibile giustificare una crescita dei prezzi azionari che, se si fossero dovuti muovere in funzione dei profitti (praticamente fermi, sebbene siano sui massimi storici) avrebbero forse innestato la retromarcia.

Una conseguenza di questo fenomeno è che il rapporto debito / capitalizzazione di mercato è rimasto relativamente stabile anche quando il management ha aumentato l’esposizione debitoria aziendale. Ed è proprio per questo che alcuni asset manager proseguono il loro approccio caratterizzato a un sovrappeso selettivo sui bond societari nell’attuale fase di espansione avanzata del ciclo: l’unica raccomandazione è la massima cautela per quanto riguarda i settori più esposti a possibili forti aumenti dei debiti come, per fare qualche esempio, l’healthcare (anche per effetto delle tante operazioni di M&A a costi crescenti).

Infine, ma non certo per importanza, c’è la massima attenzione ai segnali di pressioni inflazionistiche: oltre a spingere la Fed per un rialzo anticipato dei tassi, indicherebbero la potenziale erosione dei margini con una conseguente riduzione della qualità creditizia delle aziende.
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