Andrew Tong

Tutte le ragioni per investire nell’azionario asiatico

13 Maggio 2015 11:00
financialounge -  Andrew Tong Banca Centrale Cina india mercati azionari politica monetaria
Andrew Tong, Head of Asian Equity, di Union Bancaire Privée (UBP) non ha dubbi: l’attuale contesto di mercato, anche tenendo conto del probabile rialzo dei tassi da parte della Fed nella seconda metà dell’anno (sebbene a un ritmo graduale), rimane favorevole all’azionario asiatico, e in particolare a Cina e India, grazie ai tassi d’interesse bassi e ad un elevato livello di liquidità.
“Rimaniamo positivi su Cina e India viste le prospettive favorevoli per entrambi i Paesi in termini di politica monetaria e di bilancio. L’azionario di Hong Kong continuerà a trarre benefici da questa situazione, poiché la nuova liquidità va nello «Stock Connect»” puntualizza infatti Andrew Tong per il quale l’azionario cinese dovrebbe trarre vantaggio da due fattori: la liberalizzazione del mercato e politiche monetarie più morbide.
“Lo Shanghai-Hong Kong Stock Connect (programma che permette alle società di gestione di investire sul listino azionario di Hong Kong dalla Cina e viceversa) ha collegato gli investitori cinesi a un mercato internazionale. La People’s Bank of China (la banca centrale cinese) continua a impegnarsi per incrementare i flussi di credito agli enti locali fortemente indebitati, incoraggiando le banche a comprare nuove obbligazioni emesse da questi. I policy maker vogliono fare in modo che le amministrazioni locali mantengano la spesa in infrastrutture per attutire l'impatto derivante da un rallentamento nel settore immobiliare e manifatturiero” precisa Andrew Tong che poi spiega perché l’azionario India ha recentemente frenato ma anche perché potrà presto ripartire:
“Il principale listino indiano ha chiuso il secondo mese consecutivo in rosso, poiché gli investitori stanno cercando ulteriori conferme che gli sforzi del primo ministro Modi per sostenere la crescita porteranno a una ripresa degli utili societari. Il sentiment è stato debole per via dell’inerzia legislativa del Governo. Mentre il ritardo politico provocato costituisce motivo di delusione, il contesto macroeconomico resta comunque favorevole. Inoltre, il debito pubblico basso e il ciclo del credito nascente dovrebbero contribuire a colmare il rallentamento”.
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