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Ora gli obbligazionisti finanziano i soci azionisti

23 Febbraio 2015 14:15
financialounge -  Apple buyback mercati obbligazionari microsoft
Con il termine «repressione finanziaria» si intende quel contesto che si è venuto a creare nel mercato obbligazionario dei principali Paesi sviluppati (in particolare eurozona, Svizzera e Giappone ma anche USA e Regno Unito) in base al quale la montagna di debito pubblico accumulata dal 2007 viene finanziata a tassi minimi storici se non addirittura negativi.
Un processo che si è trasferito anche sulle emissioni obbligazionarie societarie sia quelle di più alta qualità (rating investment grade) che quelle più speculative (high yield). Ma c’è un aspetto della «repressione finanziaria» che sta assumendo proporzioni crescenti e che, soprattutto, sembra destinato ad aumentare nei prossimi mesi: l’emissione di bond da parte di società di grandi dimensioni che non avrebbero necessità di attingere a ulteriori finanziamenti.

I casi più recenti riguardano due colossi informatici americani, Apple e Microsoft.
La prima, dopo aver emesso nella prima settimana di febbraio una prima tranche di bond in dollari per un totale di 6,5 miliardi di dollari nominali, sarebbe pronta a tornare sul mercato con un nuovo collocamento obbligazionario in franchi svizzeri per sfruttare i tassi «a zero» (o, addirittura negativi) dei bond in questa valuta.
Microsoft, dal canto suo, ha piazzato lunedi 9 febbraio bond per 11 miliardi di dollari (a fronte di una domanda pari a 25 miliardi).
Il fatto apparentemente strano è che si tratta di corporation che galleggiano su una montagna di liquidità e che, pertanto, non hanno necessità impellenti di bilancio. O meglio, le hanno, ma di natura più prettamente finanziaria e meno dal punto di vista industriale.

Infatti sia Apple che Microsoft hanno ammesso che una parte rilevante delle somme incamerate con queste mega emissioni obbligazionarie sarà utilizzata per il buy back (cioè l’acquisto di azioni proprie) e per pagare i dividendi: quindi con queste operazioni, il management chiede ai sottoscrittori dei bond aziendali di acquistare i titoli con una cedola ridotta per liquidare i dividendi e aumentare il valore delle azioni, avvantaggiando di conseguenza i soci azionisti.
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