politica monetaria

Verso una minore correlazione tra classi obbligazionarie globali

30 Gennaio 2015 14:07
financialounge -  politica monetaria riforme tassi di interesse
Un tema costante delle aspettative economiche per il 2015 del Global fixed income team di Morgan Stanley Investment Management è la divergenza tra le politiche delle banche centrali: il team, infatti, prevede che la Fed e la Banca d’Inghilterra (BoE) non saranno più accomodanti, mentre la Bce e la Banca del Giappone (BoJ) dovrebbero proseguire la politica espansiva non convenzionale.Traducendo tutto questo ai fini della gestione attiva, il team crede in una potenziale riduzione delle correlazioni tra classi obbligazionarie globali.“Per il 2015 prevediamo che diversi fattori indurranno la riduzione delle correlazioni tra attivi finanziari globali e, parallelamente, ci viene offerta l’opportunità di adottare un approccio tattico per creare alpha. Esempi specifici degli eventi che potremmo affrontare il prossimo anno includono le potenziali ripercussioni delle politiche della BoJ sull’obbligazionario asiatico in valuta locale, l’effetto del rallentamento della Cina e della diminuzione dell’inflazione sulle obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale” fanno sapere gli esperti del team.
Per gli Stati Uniti il team prevede un rialzo dei tassi nel 2015, ma l’interrogativo principale riguarda la loro ampiezza. L’ultima volta che la Fed ha svolto un’operazione simile era il 2007 e forse i mercati hanno dimenticato come reagire. I professionisti del team ritengono che l’aumento dei tassi avrà un effetto positivo sui mercati, purché non risvegli i timori di una serrata successione di rialzi: infatti, anche se la Fed incrementa i tassi di 50-100 punti base (ovvero tra +0,5% e +1,0%), la sua politica continua a rimanere molto accomodante e blanda.Tassi maggiori forniranno alla Fed ulteriori opportunità per adottare strumenti d’intervento più convenzionali, qualora sia necessario un ulteriore allentamento in futuro, anziché affidarsi a misure non convenzionali.
“Nel 2014 abbiamo assistito ad un importante miglioramento della periferia europea, che a nostro avviso dovrebbe conseguire una performance positiva nel corso del 2015, mentre la Bce dovrebbe continuare a tenere bassi i tassi e ad espandere ulteriormente il bilancio. Tuttavia riteniamo che questo andamento possa essere alquanto limitato e che la performance si registrerà principalmente nel segmento lungo della curva dei rendimenti, poiché i tassi a breve termine non possono scendere sotto lo zero” sostiene il team che, sempre in Europa, prevede di assistere a una combinazione di consolidamento e indebolimento delle diverse economie.Il team ritiene che le esigenze di politica monetaria verranno sostenute sensibilmente, al fine di stimolare la ripresa, ma il rischio per l’Europa nel suo complesso è la mancata attuazione delle riforme da parte dei governi. Questo mondo eterogeneo, dove molti eventi che agitano i mercati si verificano in diversi paesi, regioni e settori, presenta notevoli difficoltà agli investitori. Lo scenario base del team è una crescita maggiormente sostenuta nel 2015 rispetto al 2014, pertanto cerca di selezionare gli attivi che possano beneficiare di questo andamento.“Come accennato nella nostra analisi del 2014, il mercato si trova in un punto del ciclo in cui le azioni sono ben posizionate per aumentare di valore. I titoli garantiti da attività, soprattutto le cartolarizzazioni di mutui, sono salvaguardati da immobili, fornendo una preziosa copertura contro l’inflazione. In particolare cerchiamo opportunità tra i titoli garantiti da ipoteca commerciale (CMBS) e residenziale (RMBS)” puntualizza il team.
Nel credito investment grade, le opportunità nel segmento non finanziario si sono ridotte, poiché le aziende si stanno avvicinando all’espansione. Tra i titoli finanziari, il team continua a intravedere del valore nelle banche «campioni nazionali» orientate al segmento retail, in particolare in Europa, considerato che stanno continuando a ridurre il rischio.Nell’high yield, i differenziali si sono ampliati a seguito del deterioramento della liquidità. Se per il 2015 non si ritiene attendibile un aumento sostanziale delle insolvenze, allora i differenziali attuali offrono un po’ di valore. Dal momento che il team stima una stabilità sul fronte dei default (fallimenti), nei segmenti investment grade e high yield, i differenziali statunitensi sono più ampi di quelli europei, pertanto hanno uno spazio maggiore per contrarsi.
“Continuiamo a ritenere che le opportunità si trovino in aree ancora in fase di ripresa, sia dalla crisi dell’Eurozona sia da quella finanziaria mondiale. Molti dei nostri precedenti temi d’investimento sono stati una scommessa, sia essa avvenuta tramite cartolarizzazioni statunitensi, sulla ripresa successiva alla crisi del credito” concludono gli specialisti del team.
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