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Il ruolo determinante della crescita degli utili

22 Gennaio 2015 16:10
financialounge -  GAM profitti aziendali
Dopo un 2014 molto soddisfacente per i mercati azionari, con l’indice Msci world convertito in euro che ha fatto segnare un +17,2%, il nuovo anno è iniziato in modo molto più instabile, con l’indice di Borsa mondiale che ha accusato una volatilità in deciso aumento rispetto alla media dello scorso anno.
Lo scenario che si presenta all’orizzonte è quello di un innalzamento non drastico dei tassi ufficiali americani e inglesi e una crescita dei dividendi annui a una cifra, di pari passo con l’andamento dei profitti netti. Secondo le previsioni di ottobre dell’FMI (fondo monetario internazionale), il prodotto interno lordo delle principali nazioni aumenterà di circa il 2,3% nel 2015: tenendo conto dell’inflazione attesa (pari, in media, all’1,8%), si ottiene una crescita nominale del 4,1% in dollari USA.

Il prossimo anno l’aumento degli utili potrebbe quindi esercitare una maggiore influenza sulle quotazioni azionarie, alla luce delle valutazioni superiori alla media di alcuni mercati, della bassa probabilità di tagli dei tassi ufficiali e, soprattutto, della politica economica americana meno espansiva rispetto al recente passato. Inoltre le imprese non appartenenti al settore della finanza evidenziano una redditività del capitale proprio (Roe) relativamente elevata e, nonostante i riacquisti di azioni proprie degli ultimi anni, il loro indebitamento rimane relativamente contenuto.

“Gli elevatissimi margini operativi di alcune società statunitensi dovrebbero subire pressioni in seguito al rafforzamento del dollaro USA, mentre i margini delle imprese giapponesi e dell’area euro dovrebbero aumentare. La netta flessione del prezzo del petrolio contribuisce a ridurre i costi di produzione di numerose industrie” sottolinea Carlo Capaul, gestore di portafoglio di Swiss & Global Asset management che poi aggiunge: “Per contro, la combinazione tra l’apprezzamento del dollaro USA e un prezzo del petrolio relativamente più basso continuerà a incidere negativamente sull’andamento degli utili di alcune imprese dei mercati emergenti, in particolare in Russia, Brasile o Malaysia. Gli investitori che non si orientano ad alcun indice dovrebbero assumere nuove posizioni in segmenti del mercato più vantaggiosi (area euro, Giappone, Cina, Thailandia, Taiwan, materiali, industria e servizi di telecomunicazione) o ricercare azioni con prezzi più convenienti all’interno di un settore. Nel complesso, riteniamo che il nuovo anno sui mercati azionari si parlerà più di ristrutturazione che di accumulo”.
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