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Idee di investimento - Azioni - 22 dicembre 2014

22 Dicembre 2014 09:55
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Nel periodo 2009-2013 gli investitori hanno potuto beneficiare di rendimenti particolarmente elevati (intorno al 15% medio all’anno), grazie alla politica monetaria ultra espansiva della Federal Reserve. Un contesto che, tuttavia, non può continuare in eterno. Alcuni tra i più attenti osservatori hanno cominciato ad ipotizzare che nei prossimi anni si configurerà un contesto di «repressione finanziaria» che manterrà i tassi di interesse del mercato obbligazionario ben al di sotto delle medie storiche.

Il mercato azionario, dal canto suo, pur rimanendo in grado di offrire rendimenti più elevati rispetto al reddito fisso, sarà meno generoso che in passato: si ipotizza un rendimento del 6%-7% medio all’anno contro il 9% medio annuo degli ultimi 20 anni. Inoltre gli investitori devono essere consapevoli che, nel breve periodo, la volatilità tenderà ad aumentare esponendo il capitale impiegato a variazioni di valore molto più ampie rispetto a quelle sperimentate negli ultimi 12 mesi.

“Si preannuncia un 2015 ricco di sfide, con quest’ultima parte del 2014 che ha mostrato un’impennata significativa della volatilità dopo mesi di relativa calma: non sarà facile per gli investitori scegliere su «cosa» puntare ma soprattutto sul «come» giacchè tutto si muove così velocemente e si fa in fretta ad azzerare eventuali guadagni” commenta Laura Tardino, Strategist di BNP Paribas Investment Partners nell’articolo “La gestione attiva per superare le sfide del mercato”: è infatti in questo contesto che la gestione azionaria attiva potrà offrire valore aggiunto permettendo quindi di incrementare, anno dopo anno, l’extra rendimento.

Un contesto che favorirà la delega gestionale, per evitare il pericoloso «fai da te» che nel 2015 potrebbe produrre più perdite del solito, favorendo prodotti multi asset di nuova generazione capaci di offrire interessanti rendimenti con un rigoroso controllo del rischio. Fondi come l’Invesco Global Targeted Returns (GTR) Fund che nel suo pirmo anno di attività ha registrato un guadagno del 7,08 per cento con una volatilità del 3,6 per cento.
Risultati che, come spiegato nell’articolo “GTR fund, obiettivi raggiunti nel primo compleanno”, sono perfettamente in linea con gli obiettivi dichiarati per un orizzonte temporale d’investimento di tre anni: e cioè, un rendimento su base annua pari al tasso Euribor maggiorato di 5 punti percentuali con una oscillazione media della quota inferiore alla metà di quella delle Borse internazionali che, negli ultimi 12 mesi, in base all’indice Msci World (rappresentativo delle azioni di tutto il mondo) hanno registrato una volatilità del 10,4%.
“Il fondo Invesco Global Targeted Returns (GTR) è la proposta ideale per la clientela private che non ricerca la performance fine a se stessa quanto piuttosto il rendimento con il giusto profilo di rischio, quello cioè che non mette a repentaglio il capitale investito nemmeno nei momenti di forte stress dei mercati” puntualizza Giuliano D'Acunti, Head of Sales per Invesco in Italia.

Per chi invece volesse ricercare opportunità d‘investimento in prima persona o tramite portafogli azionari ben diversificati, le aree più gettonate per il 2015 sono l’Europa e il Giappone.

“Continuiamo a privilegiare le azioni europee da una prospettiva tattica: l’Europa è l’unica regione sulla quale siamo sovraponderati, sebbene anche i titoli azionari giapponesi inizino ad apparire interessanti” sottolineano per esempio gli esperti della Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, nell’articolo “Borse, focus sull’Europa in attesa del rilancio del Giappone”.

Russ Koesterich, Strategist Global Chief Investment di BlackRock dal canto suo, nell’articolo “Borse, il rischio europeo e l’opportunità giapponese”, sottolinea come, a fronte di una volatilità destinata ad essere più protagonista nel 2015, permangono opportunità in Giappone e diversi rischi in Europa.
Lunedi 8 dicembre, ricorda Koesterich, il primo ministro greco Antonis Samaras ha sorpreso tutti spostando la data del voto parlamentare greco per eleggere il nuovo presidente: non è chiaro se il governo possa raggiungere la maggioranza necessaria per mantenere il potere. L'ansia per l'elezione e la possibilità di un nuovo governo in Grecia meno impegnato per le riforme si fa già sentire nei prezzi delle attività non solo greche ma, a cascata, anche sulle azioni europee che, infatti, hanno accusato una delle loro peggiori settimane degli ultimi mesi, riflettendo le preoccupazioni degli investitori.
“Mentre la politica europea rappresenta un rischio, il Giappone può offrire un'opportunità. I risultati delle elezioni di domenica scorsa suggeriscono che il partito di governo non soltanto ha mantenuto ma, potenzialmente, ha aumentato la sua vasta maggioranza nella Camera bassa del Giappone. La dimostrazione di forza da parte del partito LDP, almeno in teoria, può dare al primo ministro Shinzo Abe l’investitura politica per far passare le sue politiche pro-crescita, mettendo in atto la riforma del mercato del lavoro e la liberalizzazione dei settori dell'energia e dell'agricoltura: fattori che, secondo noi, potrebbero rafforzare ulteriormente le azioni giapponesi” spiega Russ Koesterich al quale si aggiunge Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global nel commento analitico che, nell’articolo “Un mondo totalmente nuovo privo di mappe geografiche definite” specifica:
“Alla debolezza dello yen si è nel frattempo affiancato il minor costo energetico, ulteriore aiuto agli utili societari e ai consumatori".

Il tutto mentre Andrew Rose, gestore di Schroders specializzato nel mercato azionario giapponese nell’articolo “Giappone, dopo le elezioni focus sui bilanci societari” puntualizza: “Nel 2015 l'attenzione dei mercati sarà puntata sulla deflazione, per capire se è stata definitivamente sconfitta: il trend dei redditi reali sarà un indicatore importante in tal senso. Inoltre, a livello micro, sarà molto interessante vedere se ai passi fatti verso una migliore corporate governance e una maggiore efficienza dei bilanci societari ne seguiranno altri".
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