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Fondi, a settembre sul podio Germania, Italia e Spagna

19 Novembre 2014 09:30
financialounge -  Fondi azionari fondi di investimento Fondi obbligazionari
Germania (+2,2 miliardi di euro), Italia (+2,0 miliardi) e la Spagna (+1,1 miliardi). Paesi Bassi (-0,5 miliardi), Belgio (-0,7 miliardi) e Danimarca (-0,5 miliardi). Sono questi due i podi, rispettivamente, dei migliori e dei peggiori singoli paesi, in termini di raccolta netta mensile in settembre.

Un mese che, nel complesso, ha chiuso ampiamente in territorio positivo con +3,2 miliardi di sottoscrizioni nei fondi comuni di investimento a lungo termine, i prodotti del risparmio gestito per gli impieghi con orizzonte temporale superiore ai 12 mesi. Per quanto riguarda invece le categorie di fondi più gettonate nel mese, le preferenze vanno in particolare ai fondi di asset allocation (+2,9 miliardi), ai bilanciati conservativi (+2,9 miliardi), ai bilanciati classici (+2,5 miliardi), ai fondi di fondi conservativi (+2,3 miliardi), ai fondi obbligazionari euro corporate bond investment grade (2,0 miliardi), e ai fondi obbligazionari flessibili (+1,9 miliardi).

A livello di categorie azionarie, sottoscritti soprattutto quelli Pacifico ex Giappone (+1,4 miliardi) e quelli Nord America (+1,2 miliardi). Sul versante opposto, i disinvestimenti hanno colpito più duro i fondi obbligazionari high yield USA (-4,5 miliardi), gli azionari zona euro (-3,2 miliardi), gli azionari Germania (-2,9 miliardi), gli obbligazionari high yield globali (-1,7 miliardi), gli azionari Regno Unito (-1,5 miliardi), gli azionari area euro small e mid cap (-1,3 miliardi) e gli obbligazionari area dollaro USA (1,1 miliardi).

I dati raccolti da Lipper (gruppo Thomson Reuters) forniscono pure alcune prime indicazioni provvisorie sui flussi dei dati di ottobre. Guardando ai fondi domiciliati in Lussemburgo e in Irlanda, ci si attende per i prodotti obbligazionari una raccolta netta di circa 4,8 miliardi a ottobre: al secondo posto dovrebbero insediarsi i fondi bilanciati e di asset allocation (+3,2 miliardi) mentre al terzo si piazzerebbero i prodotti a vocazione azionaria (+1,8 miliardi).
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