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Le tre principali sfide degli investitori obbligazionari

12 Novembre 2014 15:20
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Secondo l’ultimo Rapporto sulla Congiuntura pubblicato da REF Ricerche, società indipendente di analisi e ricerca economica, lo scenario internazionale è caratterizzato da segnali di decelerazione dei paesi emergenti, dalla tenuta della ripresa USA, dall’abbandono del quantitative easing da parte della Fed, e da una elevata instabilità dei mercati finanziari.
Inoltre la decisa contrazione delle quotazioni del petrolio potrebbe fornire un sostegno all’economia mondiale nel 2015 mentre le tensioni geopolitiche rappresentano la principale fonte di incertezza. In questo contesto, uno dei fattori a maggior impatto sugli equilibri globali è la divergenza tra l’economia degli Stati Uniti rispetto alle altre grandi aree economiche, Europa, Giappone, Paesi Emergenti.

La divaricazione del ciclo economico comporta la conseguente divaricazione delle azioni delle banche centrali, fattore cruciale per le conseguenze che comportano nelle più importanti scelte di portafoglio.
“Le politiche monetarie divergenti tra gli Stati Uniti e le altre grandi aree economiche detteranno l’agenda anche agli investitori obbligazionari chiamati ad affrontare tre sfide in particolare: un dollaro forte, le commodities deboli, e i tassi di interesse attesi in crescita” puntualizza Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global nel commento analitico "L’Alpha e Beta" del 10 novembre.

Per lo strategist l’obiettivo prioritario per il risparmiatore è la ricerca di nuove fonti di rendimento e di flussi cedolari in grado di conservare nel tempo il valore reale del capitale, vero e principale scopo dell’investimento obbligazionario.
“La prima conseguenza della divaricazione delle azioni delle banche centrali è nei rapporti di cambio tra le monete sulle due sponde dell’Atlantico. Mentre le stime di crescita dell’Eurozona sono riviste al ribasso, il consiglio direttivo della BCE è stato unanime nel confermare l’intenzione di promuovere nuove misure non convenzionali nel caso di un deterioramento delle condizioni dell’economia” tiene a precisare Carlo Benetti che, relativamente alla seconda conseguenza, indica gli aggiustamenti da apportare alla composizione del portafoglio.
“È probabilmente terminato il momento favorevole a scelte marcatamente direzionali. I rischi crescenti suggeriscono di scommettere su temi specifici preferendo, ad esempio, i tassi lunghi al verificarsi di due condizioni: i) tasso reale positivo e ii) aspettative di un proseguimento del rialzo (magari perché la banca centrale è già intervenuta). Dove? La Nuova Zelanda (sulla scadenza del titolo a 2 anni) tra le economie sviluppate, e la Colombia tra quelle emergenti” rivela Carlo Benetti.

Atteggiamento contrario invece in Europa, dove ci si deve rassegnare a tassi di crescita ben al di sotto della media degli ultimi decenni: infatti, all’inizio dell’anno i tassi swap a lungo erano attorno al 3%, mentre oggi sono attorno a 1,6%, sufficiente per giustificare posizioni «corte» (al ribasso) sull’Europa dove la crescita strutturale media si avvicina più all’1% che non al 2%.
“A maggior ragione la selettività deve essere il criterio nell’investimento nelle economie emergenti, esposte al doppio rischio della forza del dollaro e della debolezza dei prezzi delle commodities. Una lente selettiva riconosce le opportunità in India (in valuta locale) perché quel formidabile importatore di materie prime non può che trarre vantaggio dai loro prezzi in discesa, in un contesto economico irrobustito dalla vittoria elettorale di Modi e dal buon lavoro svolto dal governatore della banca centrale Raghuram Rajan. Sotto la medesima lente si rivela interessante, per ragioni opposte, un esportatore di materie prime come il Cile, la cui moneta è stata così pesantemente colpita che le attuali valutazioni la rendono nuovamente interessante. Come altrettanto interessante è la scommessa in relativo tra dollaro canadese e dollaro australiano, entrambi esportatori di materie prime ma con caratteristiche di scenario che rendono il primo preferibile al secondo” conclude Carlo Benetti.

Per scaricare il documento completo visita il sito my.swissglobal-am.it
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