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I settori europei che potrebbero sorprendere

7 Ottobre 2014 09:40
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Se si osservano le variazioni in valuta locale, cioè senza l’effetto del cambio valutario, dei principali indici di Borsa dei 4 mesi, da fine maggio a fine settembre, si può constatare che sono tutte comprese tra i meno tre e i più tre punti percentuali.
Fanno eccezione l’Indice Nikkei 225 (+10,5%) della Borsa di Tokyo, il Nasdaq Composite (+5,9%) e il Dax di Francoforte (-4,7%). Un andamento che, in gergo tecnico, viene definito laterale e che, secondo diversi esperti potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi.

“Le difficoltà macroeconomiche e le incertezze geopolitiche ci inducono a mantenere un posizionamento neutrale sulle azioni europee nel breve termine. Il mercato potrebbe muoversi entro un intervallo di trading compreso fra il -5% (o il 10 %) e il +5% (o 7%), senza superare i livelli raggiunti nella scorsa primavera” dichiara infatti la divisone European Equities di Natixis Asset Management.
D’altra parte diversi strategist ritengono che l’avvio dell’ultimo trimestre dell’anno abbia già convinto molti gestori a una rotazione di portafoglio, con l’obiettivo di capitalizzare i guadagni realizzati nei primi mesi dell’anno: un trend che non tenderebbe comunque a privilegiare altri settori di Borsa quanto piuttosto strumenti alternativi ritenuti più sicuri come, per esempio, i Treasury USA che, peraltro, potrebbero anche beneficiare del rialzo del dollaro rispetto all’euro.

Per gli investitori che invece restano esposti sull’azionario europeo, le opportunità comunque non dovrebbero mancare a patto, tuttavia, di avere una strategia operativa chiara.
“Il contesto economico nell’Area Euro registra un continuo deterioramento in termini di momentum, con una crescita azzerata nel secondo trimestre. Stati Uniti e Cina rimangono i motori del commercio mondiale. Dato l’attuale contesto, raccomandiamo di privilegiare titoli di qualità che offrono rendimento” dichiara la divisone European Equities di Natixis Asset Management che poi aggiunge i dettagli relativi all’allocazione settoriale: “Sovrappesiamo l’energia (maggiori gruppi mondiali), il settore sanitario, l’assicurativo, l’immobiliare, la tecnologia e le telecomunicazioni. Sottopesiamo il settore minerario, la chimica, i beni di consumo voluttuari e la distribuzione, mentre siamo neutrali su banche ed utility. Confermiamo la prudenza nei confronti degli emittenti dei paesi periferici e privilegiamo la Svizzera. Non abbiamo un orientamento specifico in termini di capitalizzazione di mercato, tra small, mid e large cap”.
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