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Le prospettive dei mercati obbligazionari e delle valute emergenti

1 Ottobre 2014 15:15
financialounge -  GAM mercati obbligazionari mercati valutari sanzioni Russia USA
“Le motivazioni fondamentali a sostegno dei mercati obbligazionari emergenti restano intatte e rimaniamo ottimisti sulle prospettive di questo mercato” dichiara Michael Biggs, Investment Manager GAM, per il quale il contesto macro è favorevole ai bond in valuta locale dal momento nonostante la debolezza delle valute emergenti che, in gran parte, può essere attribuita al dollaro forte che ha sempre mostrato una forte correlazione con le divise dei paesi in vi di sviluppo: un rischio dal quale è possibile però coprirsi, dice Michael Biggs, con una posizione lunga sul dollaro.
Nel complesso, la buona situazione degli Stati Uniti e la resilienza dell’Europa offrono per il gestore un contesto positivo per l’asset class.

“Sia i rendimenti dei Treasury US che dei Bund tedeschi hanno raggiunto o sono vicini ai minimi storici. Con una stabilizzazione della situazione in Russia e dati macro in miglioramento, i rendimenti offerti dalle obbligazioni emergenti in valuta locale si potrebbero rivelare molto interessanti” ribadisce Michael Biggs che parte, nella sua analisi, dall’economia USA in miglioramento. L’indice ISM non-manifatturiero, per esempio, sta registrando la migliore performance dal 2005: positivi pure i dati relativi alle costruzioni e al mercato del lavoro. Inoltre, se è vero che la crescita dei consumi negli Stati Uniti è stata più modesta, è altrettanto vero che i prezzi della benzina sono scesi e questo è un fattore favorevole al consumatore.

“Quando inizieremo a osservare numeri di vendita delle automobili in forte aumento, sarà il segnale che la domanda di consumo sta decisamente migliorando” puntualizza Michael Biggs convinto che la forte crescita degli Stati Uniti possa in parte compensare i problemi di altre parti del mondo. “La crescita in Europa è stata più debole e i dati PMI hanno deluso le aspettative. Le esportazioni verso l’eurozona rimangono complessivamente forti, ma l’export verso i CSI, tra cui la Russia e l'Ucraina, è in calo del 20% anno su anno. Questo è un problema che tuttavia riteniamo si stabilizzerà. Le prospettive sul mercato del credito europeo rimangono positive e la ripresa sottostante dovrebbe dimostrarsi resiliente. Se gli Stati Uniti, e in parte l’Europa, offrono un contesto positivo, la Cina sta attraversando una fase di stimoli fiscali che stiamo tenendo sotto stretta osservazione” spiega Michael Biggs che poi parla della Russia, un Paese in cui ha osservato un significativo deterioramento.

Secondo il gestore, le questioni politiche sono note e non ha ulteriori informazioni da aggiungere a quanto già scritto dai giornali. Dal punto di vista di un investitore, per Michael Biggs è difficile prevedere che i rendimenti dei titoli russi rimangano al 10% molto a lungo considerato che il bilancio è molto solido grazie ai ricavi delle esportazioni di petrolio e gas. Il mercato, peraltro, sta scontando una escalation di sanzioni contro la Russia sebbene di recente ci siano state anche notizie positive.
Infine uno sguardo al Brasile.

“La recessione del paese sudamericano non è stata una sorpresa per noi. Nazioni come il Brasile, il Sud Africa, il Cile e la Russia potrebbero attraversare una fase complessa sotto il profilo della crescita. Un decennio di prezzi delle commodity in aumento, che ha portato ad una crescita dei ricavi dell’export a parità di volumi, ha dato notevole impulso alla domanda interna e alla crescita delle importazioni. Stiamo oggi notando un declino dei prezzi delle commodity e ciò significa che anche la domanda sta diminuendo. Questo avrà un impatto sulla crescita del PIL che sarà quindi di molto inferiore. Conseguentemente, abbiamo ridotto in parte la nostra esposizione al real brasiliano” conclude Michael Biggs.
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