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Idee di investimento - Azioni - 29 settembre 2014

29 Settembre 2014 09:45
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Giordano Lombardo Group CIO di Pioneer Investments, nell’articolo “Massima attenzione ai potenziali ostacoli”, conferma la strategia di investimento che prevede un sovrappeso negli asset rischiosi con ampia diversificazione del portafoglio ma, al contempo, dichiara di prestare la massima attenzione ai tanti potenziali ostacoli presenti e futuri sul mercato.
“Le molteplici transizioni che tutte le principali aree economiche stanno affrontando non sono affatto concluse. Permangono alcuni gap (quantità del debito complessivo, assenza di domanda aggregata) nonché un divario tra valori elevati degli asset finanziari e condizioni economiche globali deboli” sottolinea Lombardo.

In questo contesto di mercato, la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, nell’articolo “Più Europa e meno USA ma preferenza agli emerging markets“ ha svelato di aver aumentato la quota europea a discapito degli USA. “Nel nostro portafoglio regionale promuoviamo l’Europa ad un peso neutrale, mentre riduciamo l’esposizione nei confronti degli Stati Uniti. Confermiamo la preferenza per i mercati emergenti. Abbiamo deciso di rafforzare la ponderazione dei titoli europei in quanto le condizioni di liquidità stanno migliorando e negli ultimi mesi gli investitori hanno evitato l’asset class, alleggerendo il loro posizionamento. Anche le valutazioni appaiono meno elevate dopo il periodo di sottoperformance della regione” fanno sapere gli esperti della PSU la cui posizione di maggiore sovrappeso resta quella sulla Cina. “Nella nostra ripartizione settoriale privilegiamo tuttora le aree cicliche che verso fine anno dovrebbero beneficiare di una robusta crescita globale. I titoli ciclici presentano inoltre valutazioni allettanti rispetto a quelli difensivi” argomenta la PSU che poi conclude: “Sovrappesiamo l’energia sia alla luce di prospettive più favorevoli per il petrolio nel quadro di persistenti rischi geopolitici, sia in considerazione dei prezzi delle commodity, attualmente al livello più basso del recente intervallo di contrattazione. Il settore energetico risulta inoltre il più conveniente in base alle nostre valutazioni. Gli altri settori sovrappesati sono materiali, industria e finanza. Abbiamo invece sottopesato i beni voluttuari, dove vediamo valutazioni elevate e una decelerazione degli utili. In base alle valutazioni ribadiamo infine la nostra preferenza per le large cap rispetto a mid e small cap”.

Preferenza verso le large cap, sebbene limitatamente a quelle americane, anche per Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock come argomenta nell’articolo: “Sensibili divergenze nelle economie e nei mercati“.
“Avviandoci verso la fine dell'anno, vorremmo suggerire un paio di temi. Per l’equity, un inasprimento marginale delle condizioni monetarie suggerisce cautela su quei segmenti del mercato azionario con esposizione ai movimenti ai tassi di interesse. Questo include sia le small cap e sia determinati settori difensivi, come utilities: entrambe queste tipologie di titoli hanno storicamente dimostrato la loro vulnerabilità all’aumento dei tassi reali. Allo stesso tempo, continuiamo a preferire le zone che offrono valore relativo, in particolare le azioni large e mega cap degli Stati Uniti e le azioni giapponesi, che riteniamo in grado di muoversi verso l'alto, pur avendo già toccato il loro livello picco dal Novembre 2007” sottolinea Russ Koesterich, mentre per Jean-Sylvain Perrig, CIO di Union Bancaire Privée (UBP) l’economia degli Stati Uniti è tornata su solidi livelli e, soprattutto, con prospettive migliori rispetto a quelle del Vecchio Continente. Per gli USA, ricorda infatti Jean-Sylvain Perrig nell’articolo “L’economia statunitense torna in carreggiata”, tutte le pedine sembrano essere al loro posto: gli Stati Uniti guidano il processo di cambiamento energetico, che sta dando benefici in termini di costi più bassi e di minor dipendenza dalle importazioni di petrolio, la Federal Reserve, vuole mantenere un approccio molto accomodante, il dollaro è ancora conveniente e il primato del settore tecnologico dà al Paese un forte vantaggio nell’ambito della rivoluzione digitale.

A proposito di settori. Se nell’articolo “La corretta valutazione del settore biotech” gli analisti azionari di ETHENEA spiegano perché, probabilmente, i titoli della biotecnologia non sono poi eccessivamente cari come la stessa Fed ha dichiarato a metà luglio, gli analisti di Morgan Stanley Equity Research (MSER) settore Oil & Gas reputano ancora attraenti le valutazioni delle compagnie Big Oil. A questa conclusione, come è raccontato nell’articolo “Le Big Oil hanno ancora valutazioni attraenti” sono arrivati dopo aver riesaminato gli effetti dei prezzi del greggio, che hanno subito un significativo calo nelle ultime settimane, e i relativi impatti negativi sui flussi di cassa attesi per i gruppi petroliferi.
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