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Sensibili divergenze nelle economie e nei mercati

24 Settembre 2014 11:40
financialounge -  BlackRock giappone mercati azionari mercati emergenti politica monetaria Russ Koesterich USA
Il contesto economico e quello monetario rimangono favorevoli all’equity, ma non tutti i paesi e settori registrano le stesse implicazioni positive.Uno scenario nel quale Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock continua a vedere differenze significative tra i paesi e all’interno dei diversi segmenti di mercato. “Nei prossimi mesi, gli investitori dovrebbero pertanto continuare a concentrarsi sulla ricerca di valore relativo, evitando i segmenti del mercato che possono essere particolarmente sensibili all'aumento dei tassi di interesse” suggerisce lo strategist nel commento ai mercati del 22 settembre.
Le azioni continuano a beneficiare di una bassa inflazione e di politiche monetarie accomodanti: fattori che sostengono multipli di Borsa più elevati, sui quali giova anche la mancanza di "worst case" per gli scenari geopolitici internazionali. Mentre in Giappone, la caduta dello yen ha spinto il mercato azionario ai livelli record degli ultimi anni, negli altri listini internazionali le Borse sono stati aiutate da diversi fattori, tra cui la vittoria del fronte del “NO” nel referendum in Scozia e l’IPO record da 21,8 miliardi per la quotazione al NYSE della società di e-commerce Alibaba.
“Tuttavia, le notizie positive della scorsa settimana non sono state indistinte e, a contrario, evidenziano una tendenza importante in atto: la divergenza. Un fenomeno che si manifesta sia nelle economie che nei mercati” sottolinea Russ Koesterich. Per cominciare, fa presente lo strategist, l'economia globale è sempre più caratterizzata da divergenze economiche: la forte crescita di Stati Uniti e Regno Unito è in netto contrasto con l’anemica economia dell’Europa. Questa contrapposizione è evidente anche nelle divergenti politiche monetarie delle rispettive banche centrali. Le ultime stime degli analisti indicano la possibilità di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense prima del previsto.
Allo stesso tempo, la vittoria del fronte del "No" nel referendum scozzese della scorsa settimana ha aperto la strada ad un rialzo dei tassi da parte della Banca d'Inghilterra. Al contrario, la BCE è alle prese con problemi molto diversi: come aumentare il proprio bilancio per offrire un maggior sostegno monetario alle imprese. Un potenziale rialzo dei tassi della Fed nel 2015 sta già avendo un impatto sui mercati finanziari. Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a due anni ha toccato il livello più alto dal maggio 2011 mentre il dollaro continua a rafforzarsi: la scorsa settimana, il biglietto verde ha raggiunto il picco massimo degli ultimi 14 mesi contro un paniere di altre valute.
Elevati rendimenti reali (cioè, il rendimento al netto dell'inflazione) e un dollaro più forte continuano ad esercitare pressione sui prezzi delle materie prime, con l'oro per esempio che è scivolato alla quotazione più bassa dallo scorso gennaio. Infine, il potenziale di rialzo dei tassi sta contribuendo ad una ripresa della volatilità obbligazionaria. La scorsa settimana, il MOVE Index, che misura la volatilità del mercato obbligazionario, è balzato al suo massimo da febbraio: nel frattempo, la volatilità del mercato azionario è rimasta praticamente invariata. Esattamente come le economie, anche i segmenti di mercato risultano piuttosto divergenti. Gli emerging markets hanno subito 1, 4 miliardi di dollari di deflussi dai fondi la scorsa settimana: i prodotti di categoria hanno dovuto fare i conti negli ultimi tempi con le preoccupazioni sulla crisi russa – ucraina, con il rallentamento della crescita cinese e con tassi USA più alti.
Anche negli Stati Uniti, i guadagni non sono indistinti. Come gli investitori dovrebbero navigare viste le tante divergenze dilaganti sui mercati? “Avviandoci verso la fine dell'anno, vorremmo suggerire un paio di temi. Per l’equity, un inasprimento delle condizioni monetarie marginale suggerisce cautela su quei segmenti del mercato azionario con esposizione ai movimenti ai tassi di interesse. Questo include sia le small cap e che determinati settori difensivi, come utilities: entrambe queste tipologie di titoli hanno storicamente dimostrato la loro vulnerabilità all’aumento dei tassi reali. Allo stesso tempo, continuiamo a preferire le zone che offrono valore relativo, in particolare le azioni large e mega cap degli Stati Uniti e le azioni giapponesi, che riteniamo in grado di muoversi verso l'alto, pur avendo già toccato il loro livello picco dal Novembre 2007” è la risposta di Russ Koesterich.
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