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Telecom Italia, quanto è strategica la partita in Brasile

29 Agosto 2014 10:30
financialounge -  brasile Global Village Telecom Telecom Italia telecomunicazioni Vivendi
Nelle ultime settimane i giornali finanziari italiani, e talvolta anche l’autorevole Financial Times, hanno spesso dedicato l’apertura alla cosiddetta battaglia delle TLC in Brasile.

L’oggetto del contendere è la Global Village Telecom (GVT) compagnia brasiliana di telecomunicazioni posseduta al 100% dal gruppo francese Vivendi che interessa sia Telecom Italia che alla spagnola Telefonica.

Negli ultimi giorni, si è aggiunta la notizia, ancora tutta da verificare, che un'altra società TLC del Brasile, la Oi che sta per unirsi a Portugal Telecom, avrebbe intenzione di lanciare un’offerta di acquisto su Tim Brasil, posseduta al 67% da Telecom Italia. Proprio ieri, il CdA di Vivendi ha deciso di proseguire le trattative in esclusiva con Telefonica: perché è tanto importante per Telecom Italia la partita che si sta giocando in Brasile? E quali conseguenze comporta la decisione di Vivendi?

Il gruppo TLC italiano sta focalizzando tutti gli sforzi nel consolidare la propria presenza in Sudamerica perché da quelle partecipazioni (in particolare da Tim Brasil) trae i maggiori tassi di crescita dei margini e dei profitti. Ora se la GVT di Vivendi si unirà a Telefonica (come tutto a questo punto lascia pensare a meno di imprevisti contrasti sulla governance o insormontabili ostacoli da parte dell’Antitrust brasiliana) Telecom Italia vedrà ridotta la sua capacità concorrenziale sul mercato sudamericano e sarà praticamente costretta a vendere Tim Brasil.

Uno scenario che determina le seguenti implicazioni:
1) La cessione di Tim Brasil significherebbe incassare tra i 10 e gli 11 miliardi di euro con un importante e immediato beneficio in termini patrimoniali, in quanto l’attuale debito del gruppo Telecom Italia (intorno ai 27 miliardi) calerebbe a 17-16 miliardi, ma con un futuro tutto concentrato sull’Italia, sia per il settore di rete fissa che di quella mobile. Una ipotesi che, secondo gli analisti di settore, non garantirebbe la sostenibilità del gruppo di TLC italiano nel medio lungo periodo.

2) Diventerebbe ancora più urgente la necessità da parte di Telecom Italia di un’unione industriale forte capace di aumentare la competitività del gruppo in Europa e di garantire agli utenti italiani una rete di telecomunicazioni in linea con gli standard europei, con la fornitura della banda larga molto più capillare e più potente.

3) Si potrebbe riaprire il dossier Mediaset per creare un polo nazionale che unisca TLC e media e sia in grado, come hanno dimostrato i grandi gruppi internazionali, di integrare la rete di telecomunicazioni con i contenuti multimediali.
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