dollaro

L’Indonesia colloca bond per un miliardo di euro

3 Luglio 2014 14:15
financialounge -  dollaro euro indonesia mercati obbligazionari
Debutto con successo delle obbligazioni in euro emesse dall’Indonesia. I titoli governativi di Giacarta denominati nella divisa comune europea, collocati per un importo pari a un miliardo di euro, hanno attratto offerte per quasi sette volte (6,7 miliardi di euro, per la precisione).

L’Indonesia ha emesso una nota garantita dallo stato della durata di sette anni al 2,976 percento, cioè a 195 punti base sopra il tasso mid-swap dell'euro, che si confronta con il 4,032 percento del rendimento sul mercato secondario di un titolo sovrano in dollari dell'Indonesia. Il 24 percento delle obbligazioni è stato venduto agli investitori del Regno Unito, il 19 percento a quelli tedeschi e austriaci, il 4 percento in Svizzera, il 18 percento negli Stati Uniti, il 24 percento in Asia e il resto ad altri fondi europei: circa il 65 percento dell’emissione è stata collocata presso gestori patrimoniali, il 15 percento a istituti di credito, il 12 percento presso banche centrali e l'8 percento in portafogli di assicurazioni e fondi pensione.

L’Indonesia, in cui si terranno le elezioni presidenziali il prossimo 9 luglio, ha bisogno di collocare quest’anno una quantità record di debito per finanziare un obiettivo di disavanzo di bilancio del 2,4 percento del prodotto interno lordo. La vendita di bond espressi in euro mira a ridurre la dipendenza da obbligazioni in dollari che potrebbero essere destinata a subire un aumento dei tassi di interesse a seguito del tapering della Fed (riduzione di acquisto di obbligazioni in dollari a medio lungo termine).

"L'Indonesia ha aperto con successo un nuovo mercato per sé ma ha offerto un importante spunto anche per altri paesi asiatici" ha fatto notare Yudistira Slamet, responsabile della ricerca sul reddito fisso presso PT Danareksa Sekuritas che ha poi aggiunto: "L'Indonesia è riuscita a fissare un rendimento relativamente basso, rispetto ai suoi bond di uguale durata espressi in dollari e in valuta locale, mentre gli investitori europei hanno potuto comunque spuntare un prezzo interessante".
Questa operazione offre almeno due spunti di riflessione.

Il primo è che, se si allarga il fronte degli emittenti internazionali in euro, potrebbe diventare più difficile e, soprattutto, più oneroso per i paesi europei (e per l’Italia in particolare) emettere titoli del debito nei prossimi anni.
Il secondo è che l’euro diventerà ancora di più valuta di investimento capace di attrarre flussi internazionali soprattutto a discapito del dollaro: ciò renderà molto difficile una svalutazione dell’euro rispetto alla divisa americana nei prossimi trimestri.
Share:
Trending