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Le valute dei Fragili Cinque in balia dell’Iraq

24 Giugno 2014 15:50
financialounge -  brasile india indonesia mercati valutari petrolio sudafrica turchia
Le valute dei paesi emergenti tornano a essere osservate speciali sui mercati finanziari dopo il forte rincaro del petrolio a seguito della situazione in Iraq. E, più in particolare, lo sono quelle relative ai cosiddetti “Fragili Cinque” e cioè le divise di Turchia, India, Indonesia, Sudafrica e Brasile.
Va ricordato che il termine "fragile cinque" è stato coniato da Morgan Stanley nel mese di agosto 2013 per descrivere le valute che sono particolarmente vulnerabili a causa della loro dipendenza dagli investimenti esteri per finanziare il deficit di conto corrente: con la maggior parte dei loro deficit commerciali costituiti da importazioni di petrolio, l'impennata del petrolio Brent a un massimo di nove mesi tenderebbe a incidere su questi paesi più di altri e sta causando pressioni sui loro tassi di cambio.
Non a caso la rupia indonesiana, il rand sudafricano, la rupia indiana e lira della Turchia sono le quattro divise che hanno registrato le peggiori performance nell’ultimo mese all’interno delle 31 principali valute monitorate a livello mondiale: unica eccezione, per ora, il real brasiliano poco variato dopo tre mesi di guadagni.
Societe Generale consiglia di vendere la lira turca mentre Citigroup Inc. identifica la rupia indiana e quella indonesiana come le più rischiose valute asiatiche.

Che fare? Innanzitutto non farsi prendere dal panico se si è investiti in fondi esposti su valute emergenti. Anzi, come spiega Gareth Isaac, Fund Manager Fixed Income di Schroders nell’articolo “Le strategie per ricavare valore dal reddito fisso” il debito denominato in valuta locale, in particolare quello di Sud Africa, Brasile, Turchia e Russia, potrebbe essere da acquistare soprattutto se si verificasse una correzione dei loro prezzi nei prossimi mesi.
Secondo la Pictet Asset Management Stratetic Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, meglio puntare sul debito emergente espresso in dollari USA: “Abbiamo apportato due importanti variazioni al portafoglio fixed income. Innanzitutto abbiamo ampliato l’esposizione al debito emergente in dollari USA, passando dalla neutralità al sovrappeso. L’altro importante cambiamento di asset allocation nel portafoglio a reddito fisso, riguarda il debito emergente in valuta locale dove siamo invece passati dalla neutralità al sottopeso: una mossa tattica volta a proteggere i portafogli da un possibile aumento della volatilità delle valute” dichiara la PSU nell’articolo “Debito emergente: meglio quello in USD che in valuta locale”.
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