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Ora i ribassisti si fanno coraggio a Wall Street

10 Giugno 2014 10:00
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Con gli indici di Wall Street che ieri hanno fissato nuovi record storici, le scommesse ribassiste in exchange-traded fund (ETF) sull’S&P 500 stanno aumentando di nuovo: secondo alcune statistiche di mercato avrebbero raggiunto un controvalore pari all’11% delle azioni trattate, la percentuale più alta dal 2012, mentre le scommesse al ribasso contro gli ETF tecnologici sarebbero il 67 per cento al di sopra della media su 12 mesi.

"Questa tendenza, dal punto di vista dei trader di Borsa, è paradossalmente un segno rialzista perché indica che non c’è troppo ottimismo sul mercato" dichiara Walter "Bucky" Hellwig, co gestore presso la BB & T Wealth Management a Birmingham, in Alabama che ha poi aggiunto: "Il fatto che manchi un ottimismo sfrenato è spesso indicatore che ci potrebbero essere nuovi picchi dell’indice azionario”.

Frontier Communications Corp. (FTR), una società di servizi voce e dati a Stamford, nel Connecticut, e Boise, produttore di chip, sono tra le aziende sulle quali si sono concentrate le più alte scommesse al ribasso: le loro azioni, però, sono salite di oltre il 22 per cento da inizio anno.

Un indice messo a punto da Goldman Sachs Group sulle più grandi aziende americane, sulle quali erano concentrate le maggiori posizioni short (ribassiste) degli hedge fund, è salito del 7,8 per cento quest'anno, a fronte di un guadagno 5,5 per cento per l'S & P 500, a dimostrazione che le scommesse degli speculatori al ribasso non solo non hanno pagato ma hanno fatto perdere parecchi soldi.

Infatti, gli hedge fund specializzati in vendite allo scoperto (cioè che puntano a guadagnare sul ribasso dei titoli) sono stati puniti da questo mercato toro in modo più significativo di quanto non lo siano stati durante la bolla tecnologica nel 2000: i fondi speculativi hanno sopportato perdite in quattro degli ultimi cinque anni e registrato una perdita media dell’1,8 per cento nei primi cinque mesi di quest’anno in base agli indici elaborati da Hedge Fund Research Inc.

"Solo perché il mercato è a un livello record non significa che deve tornare ai valori medi" ha detto Hyland, uno specialista di investimento globale con sede ad Atlanta che ha poi tenuto a sottolineare: "Ci sentiamo molto bene con cui i mercati e l'economia ai punti in cui sono ora”.

Frank Maeba, managing partner presso Breton Hill Capital Ltd. a Toronto ha invece precisato: "Alla fine ci sarà un incidente di percorso, ma il mercato non è molto preoccupato per i rischi immediati di coda. A questi livelli una qualche protezione per i nostri portafogli azionari la stiamo acquistando nel caso in cui succeda qualcosa di imprevedibile”.

Resta il fatto che l’indice S&P500 tratta attualmente 16,5 volte i profitti stimati per quest’anno, circa lo stesso rapporto prezzo / utili (p/e) che aveva raggiunto nel massimo del ciclo toro del 2007: all’interno del mercato le aziende tecnologiche costituiscono alcuni tra i titoli più costosi del mercato con Salesforce.com Inc., Amazon.com Inc., Facebook Inc. e Autodesk Inc., per esempio, tutte al di sopra di 39 volte gli utili previsti.
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